La Nuova Sardegna

Oristano

La Porta santa si apre sul nuovo altare

La Porta santa si apre sul nuovo altare

Bonarcado, nel santurario di Nostra Signora di Bonacattu messa solenne dell’arcivescovo

02 gennaio 2016
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BONARCADO. Inizio d'anno sprint per la diocesi. L’arcivescovo ha concentrato nei primi 15 giorni del mese una serie di manifestazioni destinate a lasciare il segno almeno per tutto l'anno della misericordia - il giubileo - che monsignor Ignazio Sanna vuole sia caratterizzato da una radicale «conversione del proprio stile di vita. La conversione è un processo interiore , non un gesto ripetitivo». Qualche celebrazione - la dedicazione dell'altare della cattedrale - entrerà nella storia religiosa e dell'arte sacra locale.

Dopo il pontificale per la pace celebrato ieri nel duomo, il presule ha raggiunto Bonarcado, dove alle 16,30 ha aperto, nel santuario di Nostra Signora di Bonacattu, la terza delle cinque porte sante della diocesi dove i fedeli potranno vivere il cammino giubilare. Si tratta di uno dei centri di devozione alla Madonna più antichi della Sardegna, meta di pellegrinaggi provenienti non solo dai paesi dell'Oristanese e del Montiferru, ma anche dall'intera isola. Così radicato nella pietà popolare sarda che, nel 2013, monsignor Sanna lo indicò come possibile alternativa mariana al viaggio di papa Francesco in terra sarda. I riflettori del vescovo e dei suoi collaboratori sono rivolti alla consacrazione e dedicazione dell'altare della cattedrale in programma domenica 10 gennaio alle 16,30. «Prepariamoci a vivere – ha scritto il cancelliere arcivescovile, monsignor Tonino Zedda – una delle pagine identitarie più importanti della nostra storia. La Chiesa di Oristano dovrà ripartire da questo altare, non solo dalla sua forma esteriore e artistica, ma da tutto quello che significa, evoca e celebra».

L'adeguamento liturgico della chiesa primaziale è stata una delle principali preoccupazione di monsignor Ignazio Sanna fin dal suo arrivo, quasi dieci anni fa, in diocesi. Il giorno della sua ordinazione episcopale rimase sorpreso, e con lui i presenti non oristanesi, nel vedere l'altare in cui si celebrava la solenne liturgia, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, spostato come un tavolo qualunque per far posto agli altri riti previsti dal cerimoniale. Dopo una serie di passaggi burocratici, esame di bozzetti e proposte artistiche, cantieri aperti e lavori in corso, finalmente l'altra domenica tutti intorno al nuovo altare rispettoso dei i canoni indicati dalla riforma liturgica varata dal Concilio Vaticano II. Il nuovo altare è formato da due blocchi: il basamento in marmo “Michelangelo” e la mensa vera e propria in marmo “Rosso di Francia”. La dedicazione dell'altare sarà preceduta da una due giorni di preparazione (conferenze di due docenti di liturgia nelle Università cattoliche: Fabio Trudu presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e Pierangelo Muroni nel Pontificio Ateneo Sant'Anselmo di Roma) e sabato 9 dal concerto “Cantendi a Deus” di Elena Ledda.

Mario Girau

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