La Nuova Sardegna

Oristano

Usura, dossier su cinquanta casi sospetti a Oristano

di Michela Cuccu
Usura, dossier su cinquanta casi sospetti a Oristano

I dati dello sportello d’ascolto attivato dall’Appc: mutui e prestiti concessi da banche che improvvisamente lievitano

23 novembre 2015
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ORISTANO. C’è il professionista che aveva chiesto un prestito alla banca che gli aveva garantito interessi del 7,96 per cento, lievitati al 37,45 per cento. C’è l’anziano che, non riuscendo a pagare più le rate di un piccolo prestito, si è visto pignorare la pensione, minima; ma anche lo stipendiato che aveva “saltato” di pagare qualche rata del mutuo e che, quando ha provato a saldare il debito, ha dovuto chiedere un secondo prestito, alla stessa banca, accollandosi doppie spese e interessi.

Sono solo alcuni degli esempi contenuti nei cinquanta dossier su presunti casi di usura già pronti a diventare querele nei confronti di alcuni istituti bancari che operano in città e in provincia. Altrettanti dossier sono in corso di preparazione: fanno impressione i numeri registrati dallo sportello d’ascolto anti usura istituito un anno e mezzo fa dall’Appc, l’associazione dei piccoli proprietari di case.

La struttura di Oristano, diramazione di un progetto che l’associazione ha avviato in tutto il territorio nazionale, non si occupa solo di usura bancaria, ma anche delle cosiddette “cartelle pazze” di Equitalia. Nell’arco di diciotto mesi, allo sportello si sono rivolti circa un migliaio di nuclei familiari, tutti residenti in città e in provincia.

«Un numero elevato – spiega Valentina Soggiu, collaboratrice di Appc che si occupa dei contatti con gli utenti – se si considera che qui si arriva attraverso il passa parola, sistema che abbiamo adottato per poter garantire al massimo la riservatezza nell’espletamento delle pratiche. Quelle che trattiamo sono questioni estremamente delicate che, non di rado, si trasformano, per chi le vive, in autentiche tragedie».

Il numero delle persone che si rivolge allo sportello è in aumento. «Ciò che ci ha lasciati quasi increduli – dice Soggiu – è scoprire che in questo territorio ci sia un’altissima percentuale, uguale ai dati registrati dalla nostra struttura nazionale in tutto il Centro Sud, di contratti irregolari: sette su dieci».

L’esperta precisa: «Chiamiamole presunte irregolarità: spetterà eventualmente al giudice stabilire se la banca ha agito in maniera corretta o meno».

I contratti segnalati dall’Appc riguardano soprattutto casi di usura originaria, ciò quella che si verifica al momento della firma del contratto. «Per l’utente è molto difficile capire subito se il prestito è stato concesso in maniera corretta. Solo successivamente, quando nota che le cifre crescono in maniera spropositata, scopre le cosiddette “spese occulte”. In alcuni casi, poi, le banche non rilasciano copia della documentazione. Così siamo costretti ad appellarci alla Legge 241 e presentare delle diffide. Cosa che purtroppo – conclude – succede spesso».

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