La Nuova Sardegna

Oristano

Il parroco assolto dopo l’intervista, la procura fa appello

Il parroco assolto dopo l’intervista, la procura fa appello

Marrubiu, resta aperto il procedimento per diffamazione Don Antonello Cattide fu denunciato da un ex detenuto

11 novembre 2015
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MARRUBIU. Non è mica finita. Se la giustizia divina ha le sue regole, quella umana ne segue altre e ben differenti. La legge consente di appellare la sentenza ed è proprio quello che hanno fatto le due procure, quella oristanese e quella generale sollecitate peraltro dall’intervento della parte offesa che al processo si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Gesuino Loi. La sentenza di primo grado, con la quale il giudice Francesco Mameli aveva assolto don Antonello Cattide e la responsabile dell’emittente privata Super Tv, Franca Serra, non è gradita alle controparti. Così le due procure hanno impugnato quella decisione che, con formula dubitativa, aveva chiuso la porta al reato di diffamazione ipotizzato dall’accusa e reclamato a gran voce dalla parte offesa, l’ex detenuto Antonino Padovano che con il parroco Antonello Cattide era entrato in contrasto per l’utilizzo di un locale di proprietà della curia a Sant’Anna.

Da quel momento, il rapporto tra i due aveva fatto scintille, sino ad arrivare alle interviste televisive piuttosto animate concesse proprio a Super Tv. Di fronte ai microfoni accadde che don Antonello Cattide avesse rilasciato delle dichiarazioni, in replica ad Antonino Padovano, che da quest’ultimo vennero ritenute offensive. Anzi diffamatorie.

Era stata utilizzata l’espressione «compagni di merende» e ripetutamente si era fatto riferimento al fatto che Antonino Padovano, oltre che dell’edificio di Sant’Anna, fosse stato ospite anche del carcere. Proprio questo ripetuto acenno allo status di «ex galeotto» l’aveva convinto a presentare querela. Il processo per diffamazione, con i due imputati assistiti dagli avvocati Daniela Schirru e Anna Paola Putzu, aveva però portato in direzione opposta. Era arrivata l’assoluzione perché l’espressione «compagni di merende» è ormai entrata nel vocabolario comune e non è per forza dispregiativa.

Secondo la procura generale e quella oristanese, le frasi e le espressioni sono però state decontestualizzate: l’intervista di don Antonello Cattide andava considerata nella sua interezza per valutarne realmente il peso diffamatorio. Sarà così?

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