La Nuova Sardegna

Oristano

Trecento migranti visitati in sei mesi

L’impegno dei medici dell’Asl 5 nella complessa macchina dell’assistenza ai rifugiati

14 ottobre 2015
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ORISTANO. C’è un aspetto meno noto nella macchina dell’assistenza ai rifugiati: quello legato alla salute. L’Asl profonde in questa attività un grosso impegno. Sono più di 300 i cittadini stranieri richiedenti asilo, ospitati nelle strutture ricettive della provincia, che da aprile ad oggi hanno ricevuto assistenza sanitaria dai professionisti della Asl 5. Le nazionalità di provenienza sono Nigeria, Ghana, Mali, Gambia, Costa d'Avorio, Togo, Pakistan, Eritrea.

All’Asl 5 spetta il compito di garantire ai richiedenti la seconda visita, dopo quella effettuata a Cagliari dopo lo sbarco. I sanitari si recano nei centri in cui i migranti sono ospitati e li sottopongono a un controllo completo al loro arrivo. Ad aiutarli nelle comunicazioni sono i mediatori culturali messi a disposizione gratuitamente dalla Provincia e dalla cooperativa Il seme. Ai cittadini stranieri viene anche rilasciata una tessera che dà diritto ad eventuali cure successive.

La coordinatrice aziendale preposta a questa attività è Anna Laura Uras, medico del distretto socio-sanitario di Oristano che si occupa della cura dei migranti su tutto il territorio provinciale, con la collaborazione del Servizio di igiene pubblica della Asl 5, diretto da Maria Valentina Marras.

Ad effettuare le visite è un’equipe sanitaria, composta da medici e infermieri che in questi mesi hanno imparato a confrontarsi con un fenomeno socio-sanitario del tutto nuovo. «Le patologie che riscontriamo sono principalmente dermatologiche, respiratorie o legate alla malnutrizione: problemi sanitari molto diversi dai nostri - afferma la dottoressa Marras - Alcuni esempi? I nostri detergenti per queste persone risultano troppo aggressivi e spesso provocano infiammazioni della pelle. Inoltre, anche l’eccesso di cibo, per soggetti abituati a mangiare molto meno, può creare problemi di tipo gastroenterico. Infine riscontriamo malattie legate a condizioni di vita carenti, al freddo, alla fame, alla disidratazione patiti durante il viaggio».

Viaggio che, spesso, prova i migranti non solo dal punto di vista fisico - per lo più, nonostante le privazioni, il loro stato di salute è abbastanza robusto - ma anche mentale: alcuni presentano visibili segni di violenza, altri hanno subito shock che li portano all’apatia o a non voler comunicare.

«La nostra idea - anticipa la direttrice del Servizio di igiene pubblica - è quella di promuovere seminari formativi sulle malattie emergenti, legate alla presenza di cittadini stranieri sul nostro territorio».

L'assistenza prestata agli stranieri è utile a tutelare non solo la loro salute, ma anche la nostra: diagnosticare e curare in tempo patologie che possono essere infettive significa mettere al riparo l'intera popolazione dal ripresentarsi di malattie scomparse nei Paesi sviluppati.

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