La Nuova Sardegna

Oristano

Torri, musei e monumenti tanti restauri mai partiti

di Enrico Carta
Torri, musei e monumenti tanti restauri mai partiti

Il lungo elenco dall’ex Distretto Militare alle torri di Mariano e di Portixedda Lentezze burocratiche e assenza di finanziamenti impediscono lavori e apertura

13 ottobre 2015
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ORISTANO. «Eppur, qualcosa, si muove», direbbe il sindaco Guido Tendas. Ma la velocità con cui vanno le cose per alcuni importanti beni culturali oristanesi non è visibile a occhio nudo, perché tra burocrazia, finanziamenti richiesti e mai ottenuti, risposte che si perdono nel vento di stanze ministeriali, il moto è impercettibile o addirittura nullo. Così l’elenco dei tesori che avrebbero bisogno di un intervento per ritrovare nuovi o vecchi splendori resta sempre identico. Sinora infatti non si è riusciti a depennare alcuna voce.

L’ex Distretto Militare. In via Sant’Antonio c’è uno degli angoli meno curati di tutto il centro storico. Lo è perché l’ex Distretto Militare che si trova accanto alla chiesa di San Francesco è quasi terra di nessuno. Ogni tanto il Comune procede con la pulizia di ciò che si affaccia sulla pubblica via, ma le spettanze sono tutte del Ministero dei Beni Culturali che però, dopo aver concluso una prima parte del restauro dell’edificio, ora si è preso una pausa. Un riposo che sembra durare troppo. «Ho sollecitato il sottosegretario Francesca Barracciu più volte – dice il primo cittadino –, mi ha risposto che si sta impegnando per risolvere la situazione», ma sinora i finanziamenti non sono mai arrivati. Così, la piazza interna che dovrebbe prendere il nome della Carta de Logu, resta nascosta dietro il cancello che, a questo punto, ha l’unico pregio di non far vedere in che condizioni è quella parte dello stabile ancora da ristrutturare.

Torre di Mariano. Dopo la chiusura per problemi di stabilità dei camminamenti in legno e della campana che rischiava di venir giù, la torre simbolo dell’epopea giudicale non ha più aperto i battenti. I problemi strutturali al sostegno della campana sono risolti, ma ora servono più di 100mila euro per sistemare il resto del monumento. Il Comune ha richiesto più volte un finanziamento regionale, ma sinora l’evangelico detto «Bussate e vi sarà aperto», non ha avuto i suoi effetti.

Torre di Portixedda. «Non è un grande problema», spiega Guido Tendas che da sindaco tiene per sé dall’inizio della consiliatura anche la delega alla Cultura. Resta il fatto che anche la torre che si trova all’incrocio tra via Mazzini e via Solferino è chiusa da tempo. Ma il sindaco è ottimista e regala una promessa: «Probabilmente riusciamo a effettuare i pochi lavori che servono coi soldi che l’amministrazione ha in bilancio, poi la riapriremo alle visite».

Torre di Torregrande. Forse in uno slancio di ottimismo si era detto che il grande custode del mare del golfo di Oristano avrebbe potuto riaprire già l’estate scorsa. Non è accaduto, ma i lavori sono finiti e ora manca solo la convenzione col Demanio che la farà gestire al Comune, il quale, dal canto suo, ha già il jolly da giocare. All’interno ospiterà l’allestimento permanente della mostra sulle torri costiere della Sardegna. Resta invece aperto il discorso per affidare la gestione della terrazza a una ditta privata per attività di ristorazione. Recentemente i vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo per stabilire il numero massimo di persone che vi potranno soggiornare.

L’ex vivaio forestale. Quanto ci vuole per una delibera che attesti il passaggio della proprietà dell’ex cantiere dell’Ente Foreste dal Comune alla Regione. L’amministrazione locale ne vorrebbe fare un luogo per la sperimentazione con un percorso botanico, ma la giunta regionale da mesi non si occupa della questione. Basterebbero una riunione di pochi minuti e una delibera per sbloccare la situazione, ma evidentemente quei minuti sono troppo preziosi perché a Cagliari qualcuno li utilizzi per Oristano.

Museo giudicale. La Provincia deve effettuare il lavoro di sistemazione della cupola di Palazzo Arcais. Senza questo intervento, il museo giudicale non può aprire. Così bisogna aspettare, nonostante sia già stato assegnato l’appalto per l’allestimento delle sale con il materiale di epoca giudicale, a cui il Comune contribuirà con i beni in suo possesso.

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