La Nuova Sardegna

Oristano

Imu sulle dighe, un punto all’Enel

di Maria A
Imu sulle dighe, un punto all’Enel

Busachi, il tribunale accoglie la tesi della non tassabilità delle centrali e delle cabine elettriche

25 settembre 2015
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BUSACHI. Hanno perso la battaglia ma non la guerra. La prima fase del contenzioso aperto dai Comuni circumlacuali per la tassazione delle centrali idroelettriche, delle cabine e delle linee a media e alta tensione ha segnato un punto per la controparte. Ma gli amministratori locali che rivendicano il pagamento dell’Ici e dell’Imu su immobili e impianti per la produzione di energia sono decisi a ricorrere persino alla Corte di giustizia europea per vedere riconosciuta la legittimità delle loro istanze.Intanto le sette municipalità coinvolte nella vertenza hanno impugnato la sentenza della Commissione tributaria provinciale di Oristano che dà ragione a Enel distribuzione e a Terna. Le due società elettriche hanno resistito in giudizio sostenendo la tesi della non tassabilità dei tralicci di alta e media tensione e degli impianti a essi collegati su cui gli enti locali avevano disposto gli accertamenti. Le argomentazioni sostenute dalla controparte ruotavano attorno all'assunto che le infrastrutture sarebbero “Fuori dalla base imponibile perché, secondo i criteri stabiliti dal decreto legislativo sull’Ici del ’92, non costituirebbero immobili”. «I giudici di primo grado di Oristano hanno ritenuto valide le difese di tutti i resistenti ed hanno emesso sentenze sfavorevoli agli enti locali in linea con le sentenze della Commissione Tributaria provinciale di Nuoro ma in contrasto con la giurisprudenza della Corte di Cassazione che si è pronunciata sulla tassazione di turbine, trasformatori, gallerie e comunque di tutti gli impianti e beni che formano le centrali idroelettriche e senza i quali gli immobili non sarebbero economicamente produttivi», ha puntualizzato Giovanni Cappai, il consulente che sta curando gli interessi delle amministrazioni di Busachi, Sorradile, Ghilarza, Sedilo, Ula Tirso, Bidonì e Ardauli.

Un ingaggio non casuale, quello del tributarista di Borore, fautore dei successi conseguiti da alcuni Comuni barbaricini cui Enel Produzione ha corrisposto cifre milionarie per un contenzioso analogo. Nonostante la vittoria ottenuta nei primi gradi di giudizio, la società elettrica ha accettato la conciliazione stragiudiziale o giudiziale per mezzo della quale la municipalità di Ovodda ha incassato circa 2 milioni 620mila euro, quella di Gavoi ha ottenuto 1 milione 640mila, Villagrande Strisaili un milione, Teti 700mila e Ollolai 70mila euro.

Questo precedente ha incoraggiato i sette sindaci della cintura circumlacuale ad appellare tutte le sentenze alla Corte tributaria di Cagliari. Giovanni Cappai si mostra ottimista su un epilogo positivo della vertenza. «Abbiamo motivo di ritenere che i giudici di appello potranno ribaltare l’orientamento dei giudici di primo grado e, in forza della giurisprudenza costante della Suprema Corte e del contenuto della legge che ha introdotto specificamente la tassazione delle centrali, annullino le prime sentenze». In caso contrario, annuncia il consulente, si procederà con i ricorsi in Cassazione e alla Corte di Giustizia della Comunità Europea.

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