La Nuova Sardegna

Oristano

arresto

Nome falso, migrante in manette

Nome falso, migrante in manette

Incastrato grazie alle impronte digitali nonostante l’identità fasulla

03 settembre 2015
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ORISTANO. Un passaporto falso non basta. Alle impronte digitali non si può sfuggire e così un pakistano è finito in carcere dopo essere stato accolto in una delle strutture della provincia che danno ospitalità ai migranti che in questi giorni sbarcano in Italia e trovano rifugio anche in Sardegna. La storia di I.U. sembra uguale a quella di tanti altri che fuggono dai loro paesi e sperano di ottenere asilo politico, ma il problema è che il pakistano era già stato in Italia, dove dal 2007 al 2011 aveva più volte tentato di sfuggire al suo status di clandestino cercando di farsi beffe della polizia. A Modena era stato condannato a sei mesi e venti giorni per aver fornito false identità, in tutto una ventina di volte e con nomi sempre differenti. Anche stavolta ci ha provato, ma non è sfuggito alla catalogazione delle impronte digitali effettuata dagli uomini della Scientifica della Polizia di Stato. Così la sezione Volanti, coordinata dal vice questore Dario Mongiovì, ha immediatamente fatto scattare le manette per il pakistano che ora è nel carcere di Massama a scontare la sua pena. Questo controllo è solo una delle varie misure predisposte dal questore Francesco Di Ruberto e dai suoi agenti, in giorni di massima allerta per il cospicuo numero di migranti in arrivo.

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