La Nuova Sardegna

Oristano

Nuova vita per l’ex distretto militare

di Claudio Zoccheddu
Nuova vita per l’ex distretto militare

Ieri sopralluogo del sottosegretario Barracciu e del sindaco Tendas. Lo stabile ospiterà gli archivi statale e comunale

28 luglio 2015
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ORISTANO. In origine era un convento di frati francescani. Poi era passato tra le proprietà dello Stato che ne aveva fatto un distretto militare, attivo sino al 1997.

Una volta abbandonato dall’esercito, lo stabile di età giudicale di via sant’Antonio è caduto in rovina.

Adesso il futuro dell’ex distretto militare è legato a un progetto di riqualificazione presentato al ministero dei Beni culturali, rappresentato ieri a Oristano dal Sottosegretario Francesca Barracciu, per la realizzazione della nuova sede dell’archivio di Stato e dell’archivio storico del Comune.

Per rimettere in sesto la struttura medievale servirebbero però più di tre milioni e mezzo di euro, che rappresentano il conto dei lavori immaginati dagli ingegneri della soprintendenza ai Beni architettonici Paolo Margaritella e Gabriele Tola nelle tavole progettuali illustrate ieri mattina al Sottosegretario.

«Presto incontrerò il Ministro per avere un ragguaglio sui tempi e sui finanziamenti. Il progetto e importante e molto interessante», ha detto Francesca Barracciu dopo un breve incontro con il sindaco, Guido Tendas.

Alla riunione è seguito un sopralluogo nell’ex distretto militare, un angolo del centro storico della città che non potrebbe presentarsi in modo peggiore: erba alta, muri cadenti e i resti dei bivacchi di qualche senzatetto che ha trasformato una parte del rudere in un rifugio di fortuna.

E dire che gli interventi della soprintendenza ai Beni architettonici hanno puntellato una situazione che sembrava destinata a declino ancora più rapido. Le potenzialità della struttura sono comunque evidenti. «Ci piacerebbe utilizzare la vecchia piazza d’armi della caserma per realizzare una piazzetta collegata con il piazzale del Duomo», ha aggiunto il Sindaco, «e sarebbe il giusto spazio da dedicare alla esposizione della Carta de Logu e di tutti gli altri tesori della città».

Scelto il nome della piazza, rimane da stabilire come riutilizzare i 2mila e 700 metri quadri della struttura. «Il piano terra sarà dedicato agli archivi, mentre gli uffici saranno sistemati ai piani superiori», ha spiegato ancora i progettisti.

L’aspetto medievale della struttura è evidenziato dal chiostro, per ora inaccessibile, e da una grande sala che un tempo era stata la chiesa di San Francesco, poi trasformata nella zona notte che ospitava il riposo dei frati, quando la struttura di via sant’Antonio era un convento, e dei militari, quando invece era stata trasformata in una caserma.

Per ora nello stanzone che fu prima chiesa e poi dormitorio svolazzano piccioni e tortore ma presto, sempre che il ministero ai Beni culturali riesca a trovare le risorse, potrebbe diventare una delle nuove aree dell’archivio di Stato di Oristano.

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