La Nuova Sardegna

Oristano

Narbolia, risale la tensione nelle serre di S’Arrieddu

di Elia Sanna
Narbolia, risale la tensione nelle serre di S’Arrieddu

Nuovo attentato incendiario all’impianto per la produzione di energia Copertoni piazzati davanti al portoncino e dati alle fiamme: danni minimi

24 dicembre 2014
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NARBOLIA. Ancora un attentato incendiario contro l’impianto di serre fotovoltaiche nella zona di S'Arrieddu alla periferia di Narbolia. Anche in questo caso, come nelle precedenti occasioni, i danni sono irrisori e l’attentato non ha pregiudicato l'impianto di produzione di energia.

Come nel precedente episodio, avvenuto nel mese di maggio, gli attentatori hanno bruciato due copertoni che erano stati sistemati davanti alla porta di ingresso di una delle centraline.

Le fiamme hanno annerito il portoncino e si sono spente senza provocare danni. L'episodio è stato scoperto ieri mattina dai carabinieri della stazione di Narbolia. Come hanno accertato i militari, qualcuno si è introdotto nell’area dove sorge l’impianto di serre fotovoltaiche una volta tagliata la recinzione metallica.

Dopo aver sistemato due pneumatici davanti alla porta, hanno dato fuoco. Le fiamme si sono poi spente da sole, annerendo solo il portoncino. I carabinieri ora hanno avviato le indagini per individuare i responsabili del nuovo attentato.

È possibile che dietro questo episodio ci sia la stessa persona che già in altre occasioni ha provato a sabotare la centrale di Narbolia. Ma, sino ad oggi, tutti i tentativi hanno fallito. Il primo in assoluto aveva danneggiato una delle strutture e alcuni apparati elettrici, ma non aveva mai bloccato la produzione di energia di uno degli impianti più grossi d'Europa. La centrale, come è ben noto, è stata sempre osteggiata non solo da una parte degli abitanti di Narbolia, ma da anche da tante associazioni ambientalistiche.

I residenti hanno anche istituito un comitato locale che è stato decisivo nella vertenza legale, in atto, con la società di Hong Kong proprietaria della centrale.

Il Tar si era espresso su un ricorso del Comitato e delle associazioni che contestava la regolarità dell’iter di autorizzazione dell’impianto.

I giudici amministrativi di primo grado avevano di fatto accertato sancitto l’esistenza di queste irregolarità, ma cè stato poi un successivo ricorso al Consiglio di Stato e un primo pronunciamento che ha di fatto bloccato gli effetti della sentenza del Tar.

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