La Nuova Sardegna

Oristano

L’Imu per i campi, il Comune rischia il dissesto finanziario

di Maria Antonietta Cossu

Paulilatino, senza il gettito le casse si prosciugherebbero E un errore materiale sottrae 115mila euro di trasferimenti

19 dicembre 2014
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PAULILATINO. Un duro colpo all’economia del paese e alle casse del Comune, che senza il gettito dell’Imu agricola rischierebbe il dissesto finanziario. Il nuovo balzello del governo Renzi avrà un effetto devastante sulle zone rurali svantaggiate e Paulilatino potrebbe pagare un prezzo altissimo (tra i più elevati dell’Alto Oristanese, vista l’estensione di un comprensorio che supera i 10.000 ettari) se l’esecutivo romano non cancellerà il decreto che introduce la tassazione anche sui terreni finora esenti. In base al computo effettuato dal ministero delle Politiche agricole, alla municipalità del Guilcier saranno decurtati 215.000 euro dal fondo statale di solidarietà, detrazione che dovrebbe essere compensata applicando l’imposta sugli immobili ai terreni agricoli. E oltre il danno c’è anche la beffa per Paulilatino, che per un mero errore materiale risulta soggetto alla tassazione più alta anziché a quella prevista per i Comuni che si trovano a un’altitudine compresa fra i 281 e i 599 metri sul livello del mare. «È da quasi trent’anni che il paese rientra in seconda fascia in quanto l’attuale sede comunale si trova a 285 metri d’altezza. Per correggere l’errore abbiamo presentato istanza al ministero, che sulla base dei dati esatti ci sottrarrebbe approssimativamente 100mila euro e non 215mila», ha spiegato il sindaco Gianni Demartis, che con la sua amministrazione sta tentando di tutto per limitare i danni. Compresa l’adesione all’iniziativa dell’Anci per far annullare in sede parlamentare il decreto del Consiglio dei ministri, che nei giorni scorsi ha rinviato al 26 gennaio la data di scadenza per il pagamento dell’Imu agricola. La giunta d’altronde non intende fermarsi all’azione intrapresa con il dicastero dell'Agricoltura dal momento che anche un esito positivo della rivendicazione non eviterebbe il danno economico a una categoria già duramente provata dagli effetti della crisi e dai problemi storici del settore primario «È una pugnalata alle spalle, il governo non può cambiare le regole a partita già chiusa, quando tutti i Comuni avevano chiuso i bilanci – ha commentato indignato Demartis –. Senza contare che in questo momento l’Imu agricola comporterebbe un aggravio insostenibile per tutti, imprenditori agricoli e proprietari». La prossima mossa sarà il ricorso al Tar promosso dall’Anci e, se non produrrà gli effetti sperati, si farà appello alla Corte costituzionale. La questione sarà discussa a fine dicembre in un’assemblea popolare che vedrà la partecipazione delle organizzazioni di categoria. Il Comune sta organizzando l’incontro per mettere al corrente i cittadini delle conseguenze che l’Imu agricola comporterà sia per gli operatori sia per l’ente locale se non applicasse il tributo, e delle azioni che l’ amministrazione sta mettendo in campo per osteggiare l’iniziativa del governo centrale.

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