La Nuova Sardegna

Oristano

COLDIRETTI

Il grazie degli agricoltori rende meno amaro l’anno

di Michela Cuccu
Il grazie degli agricoltori rende meno amaro l’anno

ORISTANO. L’annata agraria che si è appena conclusa, non è andata esattamente bene, ma gli agricoltori si sono ritrovati comunque assieme, per celebrare la il Ringraziamento. La sede regionale per l’i...

30 novembre 2014
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ORISTANO. L’annata agraria che si è appena conclusa, non è andata esattamente bene, ma gli agricoltori si sono ritrovati comunque assieme, per celebrare la il Ringraziamento. La sede regionale per l’iniziativa, ideata da Coldiretti nel 1951, è stata Oristano, scelta non casuale se si considera che la provincia basa la sua economia sul lavoro nei campi e l’allevamento.

Le aziende devono tuttavia confrontarsi con la crisi, le difficoltà di mercato, la concorrenza dei paesi stranieri dove il costo del lavoro è enormemente più basso e le regole sanitarie meno severe. Coldiretti ieri era presente con i propri vertici, il direttore regionale Luca Saba e il presidente, Battista Cualbu, che ha ricordato l’esigenza di una politica di reale sostegno al comparto «a partire da un accesso più semplice al credito per le aziende che sono alle prese con serissimi problemi di liquidità». Per Ermanno Mazzetti, direttore provinciale dell’associazione, è stata ieri la giornata del commiato con Oristano, essendo stato nominato direttore della sede di Frosinone. «Porterò con me un ricordo bellissimo della Sardegna e di questa zona», ha detto. Serafino Mura, responsabile provinciale del Mercato campagna amica, ha invece sottolineato l’importanza di dare una maggior visibilità alle produzioni sarde. «Prodotti eccellenti e competitivi», ha detto. Insomma, il comparto potrebbe svilupparsi ulteriormente, «Ma ha necessità di supporto», hanno ribadito gli organizzatori. Per questo la festa, profondamente religiosa, organizzata con l’Arcidiocesi e arricchita da una messa celebrata dall’arcivescovo Ignazio Sanna che subito dopo ha benedetto i mezzi agricoli parcheggiati sul piazzale della Cattedrale, è stata l’occasione per trasformare il centro città in una fiera, con una vetrina delle produzioni d’eccellenza di tutta la Sardegna. Si poteva acquistare una infinità di prelibatezze, negli stand: formaggi e salumi, ma anche frutta, verdura, ortaggi, miele, vino, liquori, persino lumache e fiori, solo per fare qualche esempio della ricchezza dell’allestimento. Accanto alle bancarelle dei produttori, hanno trovato spazio stand intriganti: mini laboratori del pane e della pasta tradizionali, l’associazione dei Cuochi con dimostrazione sull’uso delle erbe spontanee in cucina, persino mastri casari al lavoro e poi ancora, la Pro loco di Santa Giusta con i fassois, le antiche imbarcazioni di giunco per pescare nella laguna, gruppi folkloristici con le maschere del carnevale di Paulilatino, balli e costumi tradizionali e un maniscalco che forgiava “in diretta” ferri da cavallo. Fra le attrazioni, anche un asinello di razza sarda, ovviamente, gettonatissimo dai bambini. Di pomeriggio, piazza Eleonora ha infine ospitato una serie di esibizioni dei cavalli da lavoro e le pariglie dei cavallini della Giara.

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