La Nuova Sardegna

Oristano

RIOLA SARDO

Invasione del giac ssssssssssssssssss

RIOLA SARDO. Entro dieci giorni il giacinto d’acqua diventerà un ricordo. Fino alla prossima primavera. Le due ruspe, e l’imbarcazione attrezzata per tagliare le zolle di giacinto d’acqua che...

29 novembre 2014
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RIOLA SARDO. Entro dieci giorni il giacinto d’acqua diventerà un ricordo. Fino alla prossima primavera. Le due ruspe, e l’imbarcazione attrezzata per tagliare le zolle di giacinto d’acqua che galleggia sul rio Mar’e Foghe, in azione da qualche settimana hanno quasi finito il loro lavoro: «Credo che entro dieci giorni il grosso delle piante sarà stato rimosso – conferma il sindaco, Ivo Zoncu –. Questo non vuol dire che l’emergenza sia finita. Anzi. Anche se, ormai, dopo anni di battaglia non so più come spiegarlo». La piantina infestante che arriva dai tropici sta diventando come i mulini a vento immaginati da Cervantes nel suo Don Chisciotte: una battaglia persa in partenza. «I lavori procedono a ritmo spedito ma è non questo quello che serve per risanare il fiume – continua Zoncu –, perlomeno non definitivamente. Servi un altro tipo d’intervento, magari più lento ma molto più efficace. In questo modo i semi che le piante spargono quando vanno a fondo, ad esempio, la prossima primavera diventeranno giacinti che infesteranno il fiume. L’avevamo annunciato a suo tempo e lo vediamo ogni anno da quando sono comparse le piantine». I 60mila euro spesi dalla Provincia tramite la compagnia barracellare di Riola serviranno a ripulire il Mar’e foghe e a tenerlo libero fino alla primavera. Poi, con il caldo, le piantine inizieranno nuovamente l’opera di colonizzazione e il corso del fiume diventerà un tappeto verde. Come succede da anni. Ai margini della vicenda principale ce n’è però un'altra che fotografa la situazione da un diverso punto di vista. I mezzi affittati da barracelli sono le vittime designate di una razzia che si ripete spesso, durante la notte. Qualcuno, infatti, ha scambiato i serbatoi delle ruspe per un personale rifornitore self service da cui fare il pieno tutte le volte che capita. Una beffa che amplifica il danno perché le ruspe non possono essere lasciate a secco, se poi devono essere riaccese il giorno dopo. Quindi, un minimo di gasolio deve rimanere nei serbatoi anche se, a questo punto, è molto improbabile che ci resti fino al mattino successivo.

Claudio Zoccheddu

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