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Il comitato del no contro la Saras: «Nuovi progetti dietro il ricorso»

di Enrico Carta
Il comitato del no contro la Saras: «Nuovi progetti dietro il ricorso»

Gli oppositori al Progetto Eleonora accusano l’azienda di Sarroch di modificare i piani. Lo scopo: avviare un nuovo procedimento con il quale ottenere l’autorizzazione a scavare i pozzi

23 novembre 2014
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ARBOREA. Cosa si nasconde dietro il ricorso al Tar della Saras? È la domanda che ronza nella testa degli oppositori al progetto Eleonora che di fronte alla mossa dell’azienda di Sarroch non potevano non porsi questo interrogativo. Del resto, alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, hanno poi acceso più di un campanello d’allarme tra i componenti del comitato, secondo i quali dietro le ultimissime mosse della Saras si nasconde la volontà di apportare delle modifiche al Progetto Eleonora.

Questo sarebbe il passo che poi potrebbe portare ad un nuovo piano industriale e la mossa non sarebbe solo un incamponirsi senza senso. La Saras che aveva appena incassato malvolentieri la bocciatura del progetto senza arrivare nemmeno alla Valutazione d’impatto ambientale, perché era stato giudicato incompatibile con il Piano paesaggistico regionale, agendo così potrebbe avere accesso a un nuovo procedimento autorizzativo e quindi tentare per la seconda volta la strada per avviare le trivellazioni nella zona di S’Ena Arrubiu alla ricerca di gas per la produzione di energia.

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Nell’annunciare il ricorso al Tar l’azienda aveva puntualizzato: «L’eventuale coltivazione, invece, avverrebbe in un punto diverso rispetto alla sonda». Secondo il comitato per il no questo significa: «Nel caso in cui si trovasse del gas all’interno del presunto giacimento, i lavori per la sua estrazione si sposterebbero in un’altra zona del territorio rispetto a quella indicata per l’esplorazione. Tutto ciò è davvero molto strano, perché a pagina 18 della sintesi non tecnica dello Studio di Impatto Ambientale, a pagina 12 della Guida al Progetto Eleonora recapitata nelle abitazioni dei cittadini del Terralbese, in numerosi comunicati stampa e in decine di dichiarazioni pubbliche, la Saras ha sempre dichiarato che per l’estrazione è prevista la perforazione dalla stessa postazione di quattro nuovi pozzi, oltre a quello già esistente, ovvero il pozzo esplorativo oggetto della valutazione di impatto ambientale».

Questo per gli oppositori vuol dire che il pozzo esplorativo non ha carattere temporaneo perché diventerebbe un pozzo estrattivo se dal sottosuolo venisse fuori il gas. In tal caso, da lì si dipanerebbero altri quattro pozzi.

Il comitato contesta poi l’impianto teorico del ricorso al Tar. «Fino al giorno prima della presentazione la Saras sosteneva che l’estrazione sarebbe avvenuta nello stesso punto dell’esplorazione, mentre a ricorso depositato si afferma il contrario. Ma una modifica del genere sarebbe valida o cambierebbe nella sua interezza il progetto? Ma davvero la Saras ha fatto ricorso per questo motivo? Il Comitato no al Progetto Eleonora chiede nuove risposte.

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