La Nuova Sardegna

FORDONGIANUS. Appuntamento fisso ormai da più di un decennio, il 16 novembre si torna a parlare di pratiche, credenze e tradizioni correlate alla morte e ai riti di sepoltura. L’associazione culturale A Cuncordia organizza la dodicesima edizione del convegno internazionale Su cultu de sa morti in Sardigna e in su mundu, che quest’anno verterà sulla simbologia legata al fine vita e all’oltretomba. L’evento, organizzato in compartecipazione con la Pro loco e la Parrocchia e con il patrocinio di Regione e Comune, sarà ospitato nella sala congressi del Grand Hotel Terme Sardegna a partire dalle 15,30. Anche quest’anno sarà riproposto il parallelismo fra la tradizione dell’area del Mediterraneo e quella dell’ America Latina. Tre le aree geografiche di cui saranno messe a fuoco analogie e differenze delle rispettive culture: la Sardegna, l’Abruzzo e il Perù. Si partirà dall’iconografia e dalle modalità d’impiego dei manufatti tessili usati per le onoranze funebri per arrivare al rito della sepoltura praticato tra le popolazioni delle Ande settentrionali, passando per il culto della morte nella società agro-pastorale abruzzese. Gli aspetti attinenti alla Sardegna saranno trattati da Claudia Zedda, che disserterà su leggende e tradizioni ispirate a e dal cibo dei morti, e da Marilisa Saderi, autrice di una ricerca sul “tapinu e mortu”, il manufatto caratterizzato da figure zoomorfe e antropomorfe su cui in antichità veniva deposta la salma al momento della veglia funebre per poi essere tramandato di generazione in generazione. Riti e simboli nella cultura agropastorale della regione appenninica saranno raccontati da Paola Digiannantonio, mentre la parte internazionale del convegno di studi sarà curata dalla studiosa peruviana Fabiola Chiavez con una relazione sui rituali praticati dalle popolazioni della Sierra Piura. Coordinerà i lavori l'antropologo Mario Polia.

Maria Antonietta Cossu