La Nuova Sardegna

Oristano

Fiamme anche a Tresnuraghes

Fiamme anche a Tresnuraghes

Decisivo l’intervento di un Canadair. Le bonifiche concluse solo questa mattina

05 novembre 2014
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TRESNURAGHES. E’ stato il pronto intervento degli uomini e mezzi dell’Ente Foreste, coordinati dal responsabile locale dell’Ugb, l’Unità di gestione di base, Michele Zucca, a fermare le fiamme divampate lunedì pomeriggio in una porzione della vasta area di rimboschimento che si estende nelle campagne a qualche chilometro dal paese.

Alla fine di un infernale pomeriggio che, dopo ore di lotta contro fiamme altissime e una intensa opera di bonifica proseguita con il buio, traccia un bilancio di mezzo ettaro di bosco di conifere e macchia in cenere.

L’allarme è scattato lunedì intorno alle 17.30, quando si è sviluppato un focolaio in località Su Cheddalzu, ai margini dell’ampia area di oltre 500 ettari nel polmone verde nato una cinquantina d’anni fa e che dall’entroterra arriva fino alla costa di Tresnuraghes.

Sul posto è arrivato in pochi minuti una squadra dell’Ente Foreste a bordo di un Pick Up, che ha iniziato ad operare chiamando subito rinforzi. Pochi minuti e un’altra squadra arrivava al rimboschimento a dare manforte, con l’aiuto di volontari e Barracelli di Tresnuraghes.

Un’azione celere e condotta con grande professionalità, che ha permesso di circoscrivere il rogo malgrado le fiamme avvolgessero dalla base alla cima le alte conifere.

Risolutore quindi, senza mezzi aerei, l’intervento di un autobotte da tremila litri dotata di idranti a forte pressione: utilizzati per soffocare, in un inferno di calore e lingue di fuoco, fiamme alte anche venti metri si apprende. Mentre arrivavano in ausilio una squadra di Vigili del Fuoco di Cuglieri e la pattuglia del Corpo Forestale del centro del Montiferru e di Bosa. Intorno alle 21.30 prendeva avvio una massiccia opera di bonifica, con l’ausilio di un’autobotte da ottomila litri dell’Ente Foreste. Con l’acqua utilizzata per innaffiare letteralmente palmo a palmo la zona e scongiurare eventuali possibili focolai e ripartenze del rogo. Mentre la zona è stata presidiata per l’intera nottata, nel timore che un vento sempre più teso e la vegetazione secca, dopo mesi di precipitazioni assenti, potessero creare altri problemi. Cessata l’emergenza saranno gli accertamenti a chiarire le cause del pericoloso incendio divampato a Su Cheddalzu. Forse causato dai tizzoni di un rogo o di un abbrucciamento trasportati dal vento oltre la fascia tagliafuoco che circonda la zona, le prime ipotesi.

Alessandro Farina

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