La Nuova Sardegna

Oristano

Caccia grossa al via, critiche al calendario

Caccia grossa al via, critiche al calendario

Scano Montiferro, da oggi si spara al cinghiale ma secondo la compagnia 17 giornate sono troppe

01 novembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SCANO MONTIFERRO. Oggi riapre la caccia al cinghiale e tra le numerose compagnie del Montiferru le riunioni si susseguono a ritmo serrato. A far discutere maggiormente, come accade ormai da diversi anni, è il calendario venatorio, criticato dalla gran parte dei cacciatori.

Marco Pisanu, presidente regionale dell’associazione Caccia pesca e ambiente (oltre seimila iscritti), parla di “utilizzo” dei cacciatori da parte delle istituzioni che verrebbero impiegati per arginare l’emergenza cinghiali, diventati una minaccia per le colture a causa della loro proliferazione. «Le due giornate di caccia consecutive: 1 e 2 novembre, 7 e 8 dicembre e quella del primo gennaio, stabilite dal calendario venatorio – dice –, non vanno bene. Alla prossima riunione del Comitato regionale faunistico, la nostra associazione presenterà un documento contenente la richiesta di riportare l’apertura della caccia al cinghiale all’8 dicembre, o in alternativa che il numero massimo non superi le 12 giornate».

Massimo Meneghel, capocaccia di una delle due compagnie che operano all’interno dell’autogestita, è d’accordo con Pisanu. «17 giornate – dice – , sono troppe. Ma questo – prosegue – è solo uno degli aspetti relativi alla caccia al cinghiale, l’altro, più importante, è quello che riguarda il rispetto delle regole da tenere presenti durante le battute. A questo proposito è fondamentale che tutti rispettino la figura del capocaccia è facciano esattamente quanto da lui disposto. Invece, a volte accade che qualcuno faccia di testa propria senza rendersi conto che così, oltre alla sua, mette a rischio anche la sicurezza degli altri cacciatori».

Sulla stessa lunghezza d’onda di Meneghel, sono anche gli altri capicaccia che operano a Seneghe, Cuglieri, Santu Lussurgiu e Milis, le cui compagnie svolgono l’attività venatoria nel Montiferru.

“Il capocaccia – dicono – ha una visione completa dell’area di battuta, conosce perfettamente il territorio, a lui spettano le valutazioni sulle aree in cui fare le battute e le sue disposizioni non devono essere trasgredite da nessuno».

Le regole da tenere ben presenti, sono: non usare cartucce a pallettoni, indossare sempre gli indumenti ad alta visibilità, rimanere in posta fino al termine della battuta, sparare soltanto quando si vede chiaramente la preda.

Piero Marongiu

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative