La Nuova Sardegna

Oristano

I lavori inesistenti all’ex Distretto

di Enrico Carta

In quella che diverrà piazza Carta de Logu sono fermi da diversi anni. Al ministero servono tre milioni

27 ottobre 2014
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ORISTANO. C’era una volta la Carta de Logu. Ci sarà, in un futuro non precisato e non precisabile, una piazza oristanese che la celebrerà. Su una proposta lanciata dal Rotary oltre due anni fa, il sindaco Guido Tendas aveva fatto propria l’idea e anche nelle scorse settimane, durante un incontro pubblico, aveva ribadito la volontà di attribuire ad un luogo della città, il nome del codice legislativo di Eleonora d’Arborea che regolava la vita del giudicato. Non un luogo qualsiasi, perché per un atto di quella portata storica non andrebbe bene in un qualsiasi angolo della città. E allora si era individuata una parte importante del centro storico che da tempo immemore è negata alla città.

Un luogo storico. La piazza che si trova dove un tempo aveva sede il distretto militare, tra la chiesa di san Francesco e via Sant’Antonio nel cuore di Oristano è a un passo da tutti i luoghi simbolo dell’epopea giudicale e per questo è stata scelta. Tanto più che intitolarla alla Carta de Logu non comporterebbe alcuna spesa né questioni burocratiche per i residenti visto che al momento non vi abita alcuno.

I lavori mai ultimati. Il problema semmai è un altro e risponde alla domanda: «Quando?», che sta per: «Quando sarà fruibile quella piazza?». Per ora l’unica risposta la fornisce il cartello dei lavori che indica la data per l’ultimazione di un lotto nel 2009. Da allora all’ex distretto militare che è di proprietà del ministero della Difesa, il quale opera ovviamente attraverso la Soprintendenza trattandosi di un’opera architettonica storica, non si muove foglia. O, meglio, non si vede un operaio. Il problema è che servono soldi e non pochi per completare i lavori che devono riguardare sia la piazza che gli edifici in fase di ristrutturazione che un tempo ospitavano il distretto militare.

I soldi. La cifra è stata quantificata in tre milioni e, manco a dirlo, in questo momento non è a disposizione del ministero. L’amministrazione comunale ha comunque interesse che si portino a termine i lavori, anche perché la città non avrebbe più sotto chiave un suggestivo angolo di centro storico. Così il sindaco Guido Tendas da mesi ha iniziato una mediazione che porta ovviamente sino a Roma, dove la soluzione indicata potrebbe essere diversa da quella che immediatamente verrebbe in mente. Anziché un intervento del ministero della Difesa, si è prospettata un’intromissione ovviamente ben accetta del ministero dei Beni Culturali. Gli uffici, una volta ristrutturati, potrebbero essere la sede ideale per ospitare l’Archivio di Stato propaggine proprio del ministero per i Beni Culturali che oggi paga un cospicuo affitto per avere sede in un locale che appartiene ai privati. Utilizzando gli stabili della futura piazza Carta de Logu, in pochi anni verrebbe ammortizzata la spesa di tre milioni affrontata per il restauro.

L’attesa e il degrado. Per il momento i paladini della memoria giudicale e chiunque abbia a cuore la città dovranno quindi attendere, anche se il restauro della piazza potrebbe procedere separatamente e in anticipo rispetto a quello degli uffici, che peraltro non hanno bisogno di grossi interventi di ristrutturazione. Ai cittadini, ai visitatori o ai semplici appassionati di architettura resta l’amaro in bocca per lo storico angolo che viene negato e che oggi è solamente un ricettacolo di rifiuti, recintato da qualche trave di legno e da ferro arrugginito, chiuso da un vecchio cancello. Mentre i tanti rilievi e decorazioni della facciata continuano a venire giù.

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