La Nuova Sardegna

Oristano

Un Piatto per Gramsci: riscoperta delle tradizioni

di Maria Antonietta Cossu

Un concorso organizzato dalla Biblioteca gramsciana e ideato da Gigi Meli Il tentativo di resistere all’invasione di modelli imposti come Halloween

12 ottobre 2014
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ALES. Un’icona della storia e della cultura sarda per riscoprire il valore delle tradizioni nostrane offuscate da una certa predisposizione tutta italiana all’esterofilia. È l’idea che ha ispirato il concorso un Piatto per Gramsci.

Per un Halloween diverso, nato da un’intuizione di Gigi Meli e bandito dalla Biblioteca gramsciana. Partendo dal concetto gramsciano di folclore («Occorrerebbe studiarlo come “concezione del mondo e della vita” – scriveva l’intellettuale sardo –. Implicita, in grande misura, di determinati strati della società, in contrapposizione con le concezioni del mondo “ufficiali” o, in senso più largo, delle parti colte della società storicamente determinate che si sono successe nello sviluppo storico»).

I promotori dell’ iniziativa vogliono ricondurre l’interesse dei sardi sugli elementi del patrimonio immateriale di questa società, riscoprendone l’essenza e il valore che le contaminazioni, in questo caso della cultura anglosassone, rischiano di relegare a un ruolo subalterno.

«Il 31 ottobre molti nostri amici, genitori di americanizzati figli, agghindano in modo improbabile i propri virgulti affinché possano tediare i vicini di casa con “dolcetto-scherzetto” – raccontano con piglio ironico gli operatori della Biblioteca gramsciana, prima di ricordare che – in Sardegna a fine ottobre non avevamo bisogno di Halloween, avevamo già il nostro bel da fare. Per questo abbiamo pensato a un’iniziativa che, ispirata a Gramsci, riscopra le nostra tradizioni».

Il pensiero corre alle credenze e alle pratiche derivate dal culto dei morti: dal piatto di pastasciutta e dalla tavola imbandita per le “anime del purgatorio”, alla litania che recitavano i bambini bussando di casa in casa per ricevere in dono frutta secca o di stagione e dolci tipici. Pabassini, panischeddas o tziriccas a seconda dell’area geografica. Dalla stretta relazione tra il cibo e il culto dei morti è nata l’idea del concorso Un piatto per Gramsci, che ha già fatto registrare più di settanta adesioni.

Le opere già consegnate sono ventisette. Inviare o presentare i lavori nella sede della Onlus (via Amsicora 27 09091 ALES – 3493946245) o per consegnarle a Gigi Meli (via Umbria 53 – 0783 310529).

I piatti possono essere dipinti, incisi, realizzati con decorazioni e applicazioni e con l’uso di qualunque materiale. Le creazioni saranno esposte il primo novembre nella biblioteca di Antonio Gramsci, che a oggi conta più di 200 opere d’arte ispirate al grande pensatore sardo.

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