La Nuova Sardegna

Oristano

Un’ alternativa alle sanzioni: accordo Comune-Tribunale

di Cristina Diana
Un’ alternativa alle sanzioni: accordo Comune-Tribunale

Marrubiu ha rinnovato per tre anni una convenzione Chi ha subìto il ritiro della patente fa lavori di pubblica utilità

05 ottobre 2014
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MARRUBIU. A uno sbaglio si può rimediare solo compiendo del bene. Questo il principio alla base della convenzione del Comune con il Tribunale di Oristano relativamente ai lavori di pubblica utilità per chi ha commesso dei piccoli reati. Il progetto è in piedi già dal 2011 e in questi giorni la convenzione è stata rinnovata per altri 3 anni: gli automobilisti ai quali è stata ritirata la patente per un tasso alcolemico superiore al limite di legge potranno svolgere dei servizi socialmente utili all'interno del comune, dando così una mano al proprio territorio. Quest’anno sono una trentina le persone che hanno svolto servizio, provenienti soprattutto dalla provincia di Oristano, Medio Campidano e Cagliari. Svariate le attività svolte: pulizia di parchi e giardini, di strade e stabili pubblici, lavori di muratura e falegnameria, realizzazione di infissi, attività ludiche e ricreative per bambini. «C’è anche chi ha fatto l’educatore o l’allenatore, e le richieste sono in costante aumento, questa settimana ad esempio ne abbiamo ricevuto tre – commenta il sindaco Andrea Santucciu –. L'amministrazione non è un ente giudicante, ma un'istituzione che agevoli e supporti la comunità, ecco perché la volontà di continuare a dare un servizio in questo senso». Dal 2011 al 2014 le adesioni sono aumentate del 40% all’anno, si tratta, per chi ha subito la condanna, di un modo per evitare le sanzioni pecuniarie molto alte e dare un contributo alla società. Ma non finisce qui. Con ulteriore implementazione la giunta comunale ha deliberato di rendere attuative le disposizioni insite nella legge n.67/2014 e quindi permettere al Comune di accettare le istanze presentate dai cittadini per la concessione di messa alla prova tese alla sospensione del processo. Ovvero chi sta subendo un processo penale per piccoli reati – in cui la pena detentiva prevista non è superiore ad un massimo di quattro anni – può usufruire della possibilità di accelerare i tempi del processo scegliendo di svolgere un’attività di servizio alla comunità. «Chi ha sbagliato, invece che spendere soldi nelle aule di tribunale e far sprecare risorse agli uffici di giustizia può rendersi utile alla società – continua Santucciu –. Poi è sempre il giudice che stabilisce se concedere questa possibilità, ma a nostro avviso sarà un grande successo come lo è stato con gli automobilisti». Un’opportunità anche per “redimersi” facendo del bene per la comunità: «All'atto della stipula della convenzione del 2011 era già una garbata rivoluzione – sottolinea Santucciu –. In questo modo, ci ispiriamo a quei principi, anche di prevenzione, di stampo illuminista di Cesare Beccaria. Considerando i tribunali e carceri strapieni, si dovrebbe vivere solo di questi metodi alternativi per reati ovviamente non gravi e non lesivi della persona».

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