La Nuova Sardegna

Oristano

Scavi a rischio: l’archeologo paga di tasca la guardiania

Scavi a rischio: l’archeologo paga di tasca la guardiania

Cabras, dopo l’incursione dei tombaroli a Monte Prama la provocazione di Raimondo Zucca che prende accordi con una società di vigilanti e dà in garanzia la sua carta di credito

22 settembre 2014
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ORISTANO. Pagherà di tasca un servizio di guardiania notturna all’area degli scavi di Mont’e Prama, sino a quando non ci si farà carico di trovare una soluzione al problema della sicurezza del compendio nelle campagne di Cabras, dove la notte scorsa sono entrati in azione i tombaroli.

La provocatoria iniziativa è del professor Raimondo Zucca, archeologo, docente dell’Università degli studi di Sassari, curatore dell’Antiquarium arborense e soprattutto, uno dei protagonisti della grande scoperta di quarant’anni fa, quando nel Sinis, a Mont’e Prama, appunto, tornarono alla luce i «Giganti», ora in mostra a Cabras e Cagliari.

«Ho dato come garanzia la mia carta di credito», conferma il professor Zucca che in questi giorni è impegnato nella nuova campagna di scavo e che ha chiesto l’intervento di una compagnia di vigilanza privata di Oristano. Per evitare problemi procedurali si pensa a un controllo dall’esterno.

Del resto l’area di Mont’e Prama è a ridosso della strada provinciale che porta dalla marina di Cabras verso quella di San Vero Milis.

E proprio questa vicinanza nelle settimane scorse ha favorito l’intrusione di curiosi e turisti che, quando l’area degli scavi non era presidiata, indisturbati e non curanti, hanno girovagato all’interno.

Del resto ben poca cosa si poteva pensare di fare con la recinzione utilizzata nel compendio, sotto la giurisdizione della Sovrintendenza di Cagliari. Sovrintendenza che, sinora, non è riuscita a garantire un servizio di controllo efficace, visti questi precedenti e il brutto episodio della notte scorsa, quando ignoti hanno violato una tomba.

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