La Nuova Sardegna

Oristano

Poligono sul lago, la Regione apre a un’alternativa

di Maria Antonietta Cossu
Poligono sul lago, la Regione apre a un’alternativa

Passi avanti dal vertice di Cagliari con i sindaci della zona Ma sulla posizione da prendere non c’è una linea univoca

16 settembre 2014
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GHILARZA. La Regione apre a una soluzione condivisa dagli amministratori del territorio su una dislocazione del poligono di tiro del Caip. Questo il risultato ottenuto dai sindaci di Sorradile, Ghilarza, Boroneddu e Bidonì nella trasferta di ieri a Cagliari, dove sono stati ricevuti dal Capo di gabinetto dell’Ufficio di presidenza, Filippo Scala. La linea caldeggiata dalla Regione è quella d’intraprendere un percorso comune procedendo per gradi: i sindaci dovranno avviare un confronto in seno alle Unioni dei Comuni del Barigadu e del Guilcier avanzando proposte «migliorative e percorribili».

L’incontro congiunto tra i rappresentanti degli enti sovraterritoriali potrebbe essere convocato già nei prossimi giorni. Con ogni probabilità sarà quello un momento cruciale del dibattito politico aperto nel territorio, dove l’orientamento degli amministratori non appare univoco. Sulla base delle proposte scaturite dal confronto istituzionale la Regione farà le sue mosse avviando una serie di interlocuzioni con il Caip, la questura e il prefetto. Annunciata la visita al poligono sull’Omodeo del presidente Pigliaru, che ha subordinato l’incontro nel territorio alla ricerca di nuove soluzioni logistiche su cui possano convergere tutte le parti in causa.

Il sostegno della Regione alle loro rivendicazioni ha galvanizzato i sindaci, e sebbene permangano alcuni elementi di difformità nel fronte della protesta, l’obiettivo comune è la dismissione del campo di tiro dell’Omodeo, considerato un ostacolo alle politiche di tutela e valorizzazione ambientale e allo sviluppo turistico della zona.

Pietro Arca parla di un incontro costruttivo, ma su alcuni punti è irremovibile. «È un’area demaniale e lì non possono stare senza autorizzazione da parte di Enas e Regione e solo sulla base di un’ordinanza prefettizia – afferma il primo cittadino di Sorradile –. Noi verificheremo il danno economico e ambientale e ci appelleremo all’Unione europea perché la presenza del poligono in quell’aria contrasta con gli indirizzi in materia di siti d’interesse comunitario».

Da un assunto diverso parte il sindaco di Ghilarza, Stefano Licheri: «Il poligono non si tocca fino a quando non sarà trovato un altro sito, perché la scuola di polizia esiste in funzione delle attività di addestramento e tra queste ci sono le esercitazioni a fuoco». Alcune soluzioni logistiche sono già sul tappeto: «Ho suggerito che sia il Comune di Abbasanta a individuare nel suo territorio un sito alternativo, ma se non si trovasse, anche Ghilarza potrebbe proporne. L’ideale sarebbe che il futuro poligono fosse recintato, invalicabile: in questo modo nessuno correrebbe pericoli».

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