La Nuova Sardegna

Oristano

Bilancio in chiaroscuro per Tessingiu

Samugheo, una mostra di grande livello e dalle potenzialità in parte ancora inespresse

08 settembre 2014
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SAMUGHEO. Si è conclusa ier la lunga maratona dell’artigianato sardo, in vetrina al Murats e nelle succursali allestite nel centro storico. Un evento riuscito per organizzazione e livello qualitativo, ma che sul piano economico non sembra aver soddisfatto appieno le aspettative degli addetti ai lavori. Le presenze si attestano sugli stessi livelli dello scorso anno, con quasi duemila biglietti d’ingresso strappati al Museo unico regionale dell’arte tessile, dove è stato possibile visitare le sale occupate dalle sagome con il costume tradizionale samughese, dalla collezione degli antichi manufatti tessili e dalla produzione contemporanea. Con quest’ultimo campionario di arazzi e tappeti gli artigiani locali hanno ripreso i temi grafici dei progetti presentati al concorso internazionale d’idee Annod’Arte, bandito dal Comune nel 2013, una linea risultata particolarmente gradita ai visitatori, che hanno mostrato di apprezzare l’esperimento tentato attraverso l’interazione di grafici e designer italiani e stranieri e i depositari dei saperi locali.

L’idea di mettere al servizio della comunità le competenze dei professionisti ha trovato terreno fertile anche nella Residenza d’artisti, progetto che ha portato in paese artisti e designer del calibro di Vincenzo Grosso e Silvio Bettarelli, autori di alcune creazioni che troveranno una sistemazione definitiva nel museo.

«Sono state molto apprezzate dai visitatori, cui è piaciuta anche la commistione tra il classico e il moderno proposta attraverso i prototipi realizzati da progettisti e artigiani – ha detto il direttore, Baingio Cuccu, che su questa strada insisterà anche il prossimo anno –. Molti di quelli che hanno visto la mostra hanno gradito l’esperimento che combina tradizione e innovazione. Questa unione ha portato freschezza alla manifestazione e attraverso questo elemento abbiamo cercato di differenziarci».

Aspetti ancora da scandagliare sono invece quello economico e il ritorno d’immagine dell’evento espositivo: «Ancora è prematuro fare una stima delle vendite – ha spiegato il delegato alle Attività produttive Gianmarco Pala, che stilerà un primo bilancio insieme agli espositori locali intorno alla seconda decade di settembre –. Tuttavia Tessingiu è prima di tutto un veicolo di promozione. E a giudicare dal numero di visitatori arrivati qui per la prima volta la pubblicità ha funzionato. In termini assoluti direi che è andata bene, ma il potenziale di questa manifestazione è molto più alto di quello effettivamente espresso e se dovessi giudicare da imprenditore direi che il rapporto tra investimenti fatti, affluenza e commesse non è soddisfacente».

Dunque c’è ancora da lavorare: A cominciare da una promozione a livello regionale – conferma Pala – e cioè dall’istituzione di un marchio di qualità dell’artigianato, una delle priorità di cui abbiamo parlato con l’assessore Morandi quando ha visitato la mostra e ha incontrato gli artigiani».

Maria Antonietta Cossu

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