La Nuova Sardegna

Oristano

«Salviamo il litorale, a qualunque costo»

«Salviamo il litorale, a qualunque costo»

San Vero Milis, i residenti di Sa Rocca Tunda promuovono un confronto sul lungomare di Putzu Idu

19 agosto 2014
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SAN VERO MILIS. E se per attuare il progetto di rinaturalizzazione del litorale, tanto predicato dal sindaco di San Vero Milis Flavia Adelia Murru, fosse necessario radere al suolo Mandriola?

E che dire dei cambiamenti che lo stesso litorale ha subito dagli anni ’50 in poi, che hanno posato ciottoli e materiale calcareo lì dove un tempo c’era la sabbia?

Interrogativi tramutati in documentazione fotografica, che i cittadini che compongono il comitato di residenti di Sa Rocca Tunda hanno voluto mostrare ieri sera alla popolazione della marina sanverese. L’atto terzo della protesta, che fa seguito all’esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Oristano e alla manifestazione pubblica contro il Piano di utilizzo del litorale voluto e approvato dall’attuale maggioranza svoltasi la domenica prima della settimana di Ferragosto, ieri al tramonto con una conferenza dal titolo “Naturalizzazione nel lungomare di Putzu Idu”.

Il gruppo di cittadini della marina di Sa Rocca Tunda, dalla quale è oggi imprescindibile passare se si vuole arrivare a Mandriola da quando il sindaco ha chiuso sia la strada asfaltata del lungomare sia la sterrata che costeggia Sa Salina Manna, ha voluto mostrare le basi della loro contrarietà ai progetti di smantellamento della strada che collega l’ingresso di Putzu Idu a Mandriola, che ha avuto al centro la visione di una serie di fotografie dello stato dei luoghi accompagnate da modelli matematici che hanno valutato dimensioni e distanze.

Il comitato sostiene, infatti, che il progetto pensato per la così definita naturalizzazione del litorale sanverese poggi le basi troppo in là nel tempo, ovvero non sia adeguatamente recente per poter essere applicato con probabilità di successo.

L’incontro non è stato tuttavia facile da realizzare e la mattinata è volata non senza qualche tesione.

Come lamentato da alcuni organizzatori, infatti, il primo cittadino ha concesso l’area della pineta di Mandriola per la riunione, con libero utilizzo dell’area recintata nello specifico, ma ha negato la disponibilità di qualsiasi strumento per la sua realizzazione. Detta più spicciola, niente sedie, tavoli, alimentazione elettrica, casse o proiettore.

Così, fino al tardo pomeriggio è partita la corsa alla ricerca dell’occorrente per l’allestimento di una platea che potesse contare su un centinaio di posti a sedere. All'evento erano stati invitati anche i rappresentati delle istituzioni, della maggioranza e della minoranza, con l'idea di realizzare un confronto costruttivo sul tema.(cate.co.)

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