La Nuova Sardegna

SAN VERO MILIS. Le fiamme hanno mandato in fumo i vecchi arredi e danneggiato una parete. Quando si è scoperto che l'edificio era di proprietà dell'amministrazione comunale di San Vero Milis qualcuno ha pensato ad un avvertimento. Le indagini dei carabinieri hanno invece escluso una ritorsione e confermato che dietro l'episodio c'è solo una bravata dei soliti teppisti. Sono stati i vigili del fuoco di Oristano, la notte scorsa, verso le 2, a spegnere le fiamme all'interno di un edificio in via S'Anea Manna, nella borgata marina di Mandriola. Le fiamme appiccate dai soliti balordi, pare un gruppo di ragazzi in preda ai fumi dell'alcol, hanno distrutto gli arredi interni e lesionato, a causa dell'elevato calore, una parete del vecchio edificio.

Sul posto sono quindi arrivati anche i carabinieri della stazione di San Vero Milis. Insieme alla squadra del 115 è stato accertato, nel corso di un accurato sopralluogo, che l'incendio ha un’origine dolosa. Gli autori, una volta entrati all’interno, peraltro senza ostacoli essendo lo stabile sprovvisto di porte, hanno appiccato le fiamme a un vecchio divano e poi si sono estese al resto degli arredi. L'edificio in passato era utilizzato da una cooperativa di vigilanza locale ed appartiene al Comune di San Vero. Una vera e propria azione teppistica che niente ha a che fare con le vicende legate alla polemica del lungomare di Putzu Idu. «Dietro questo fatto non c'è alcuna minaccia o ritorsione contro il Comune – ha osservato il sindaco Flavia Adelia Murru – si è trattato di un atto vandalico messo a segno da alcuni ragazzi. Gli stessi hanno, infatti danneggiato, anche un edificio privato».

Elia Sanna