La Nuova Sardegna

Oristano

Nutrie all’assalto dei raccolti, allarme nell’Alto Oristanese

di Maria Antonietta Cossu
Nutrie all’assalto dei raccolti, allarme nell’Alto Oristanese

NORBELLO. Ormai si può parlare di invasione aliena. La presenza delle nutrie, specie alloctona originaria dell’America Latina, è cresciuta in misura esponenziale nell’Oristanese, dove pare siano rare...

12 agosto 2014
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NORBELLO. Ormai si può parlare di invasione aliena. La presenza delle nutrie, specie alloctona originaria dell’America Latina, è cresciuta in misura esponenziale nell’Oristanese, dove pare siano rare le zone umide non ancora colonizzate dal vorace roditore. L’ultimo avvistamento porta nelle campagne di Domusnovas Canales, dove alcuni esemplari stanno tenendo in scacco gli operatori della fattoria sociale Il Seme e Sos cuccurinos.

L’attività agricola è nata l’anno scorso nell’ambito di uno dei filoni di un più articolato progetto sulla legalità e sull’inclusione sociale promosso dal Comune, che guarda con interesse alla frontiera dell’economia ecosolidale. La collaborazione con la cooperativa sociale di Santa Giusta diretta da Antonello Comina ha portato alla creazione della fattoria sociale, che quest’anno ha incrementato la produzione ortofrutticola nell’ottica di rosicchiare qualcosa in più sul mercato locale.

Peccato però che il lavoro rischi di essere vanificato dalle devastanti incursioni di alcuni esemplari di nutria nell’appezzamento coltivato in località Bonassai, a cinquecento metri dalla frazione. Da una decina di giorni il roditore acquatico imperversa tra le colture dell’azienda agricola di Antonello Casula, il proprietario del terreno concesso in uso alla cooperativa sociale. Le nutrie stanno facendo man bassa dei meloni: in poco tempo ne hanno assaggiato una sessantina e il timore è che rovinino buona parte del raccolto con una perdita economica non indifferente.

Gli operatori lanciano l’allarme: «Sono animali dannosi e aggressivi. Un pastore della zona si è lamentato dell’uccisione di alcuni agnellini ad opera di questi animali – riferisce Antonello Casula prima di invocare l’intervento della Provincia –. Si sta tornando alla terra per trovare uno sbocco alla crisi, ma questo fenomeno rischia di compromettere tutto ciò che viene investito. Bisogna fare qualcosa per tutelare i produttori».

Per il controllo e la gestione della fauna selvatica esiste un piano che raccorda la Provincia, la Regione, il Comitato faunistico, il Corpo Forestale, la Asl 5, le associazioni di categoria, le autogestite e il Consorzio di bonifica. Nel 2012, in seguito ad un primo allarme, era stato predisposto un programma per il contenimento della popolazione attraverso l’abbattimento controllato delle nutrie e un anno fa è stato istituito l’albo dei coadiutori per monitorare in modo più capillare il territorio, raccogliendo le iscrizioni di novantatrè volontari. Ma la specie aliena, figlia probabilmente di un allevamento di un’azienda privata dell’Ogliastra che doveva farci pellicce e che poi era fallita, non sembra curarsene.

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