La Nuova Sardegna

Oristano

SAN VERO MILIS

Studiosi di fama mondiale per il complesso di S’Urachi

di Michela Cuccu

SAN VERO MILIS. Studiosi di fama internazionale, faranno il punto sull’ultima campagna di scavi che ha interessato S’Urachi, uno dei complessi nuragici più belli e affascinanti della Sardegna, e come...

24 luglio 2014
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SAN VERO MILIS. Studiosi di fama internazionale, faranno il punto sull’ultima campagna di scavi che ha interessato S’Urachi, uno dei complessi nuragici più belli e affascinanti della Sardegna, e come spesso accade non abbastanza conosciuto e valorizzato, che sorge a poche centinaia di metri dal centro abitato di San Vero.

L’appuntamento è per domani sera alla pineta di Mandriola, nella sede estiva della Biblioteca comunale, dove, a partire dalle 19, si terrà una conferenza che consentirà di conoscere i risultati della campagna di scavi, che, attraverso un progetto triennale, si sta svolgendo all’interno dell’area che ospita il complesso archeologico monumentale. Campagna di scavi resa possibile grazie alla collaborazione fra il Comune e la Brown University di Providence, fra i più antichi e prestigiosi atenei degli Stati Uniti e che vedono la presenza di studiosi provenienti dalle Università di Valencia, Glasgow, Leicester, Leiden, Cagliari e Sassari.

Dopo una breve introduzione da parte di Alfonso Stiglitz, la conferenza prevede le relazioni di due fra i più accreditati studiosi di archeologia mediterranea e che da anni sono impegnati nelle ricerche all’interno del complesso nuragico di San Vero: il professor Peter va Dommelen, della Brown University e Andrea Rappa, archeologo che da anni collabora nel complesso lavoro di ricostruzione della storia dell’insediamento che fin dalla metà del secondo millennio avanti Cristo e sino alla prima età imperiale romana è stato abitato con continuità.

Non a caso nel corso delle diverse campagne di scavi che a partire dal 1948 hanno interessato l’area monumentale, fino ai giorni nostri utilizzata come cava per l’estrazione di materiale per la realizzazione di mattoni, sono venuti alla luce i resti di edifici che si sono sovrapposti: «Dal nuraghe cinto da un antemurale – precisa una nota introduttiva alla conferenza – a un edificio del Bronzo finale, a una fascia pressochè continua di strutture addossate al nuraghe e che in parte lo coprono, segno di un abitato agricolo di età punica e romana».

L’ingresso al convegno di venerdì è aperto a tutti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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