La Nuova Sardegna

Oristano

Sindaco sotto inchiesta, l’opposizione all’attacco

di Enrico Carta
Sindaco sotto inchiesta, l’opposizione all’attacco

Cabras, il gruppo Progetto Comune invita Cristiano Carrus alle dimissioni Nel mirino non solo il caso Eurospin, ma anche tante incompiute

15 luglio 2014
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CABRAS. Un «invito» per il sindaco. Formula elegante per dirgli che dovrebbe andarsene e rassegnare le dimissioni. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Cristiano Carrus suscita le immediate reazioni politiche e dal gruppo di opposizione Progetto Comune si leva la prima voce in cui si chiede al primo cittadino di lasciare il comando. La vicenda della cessione del terreno su cui ora sorge il supermercato Eurospin che ha portato all’iscrizione di dieci persone sul registro degli indagati, tra cui il sindaco, non poteva non avere ripercussioni sulla vita politica cabrarese.

Il primo passo lo muove proprio il gruppo di opposizione Progetto Comune. Nulla o quasi viene detto sull’inchiesta. Il giudizio è sospeso in attesa di quello ben più valido che arriverà dal tribunale. La politica, insomma, non si vuole sostituire alla magistratura. Poi ci sono gli aspetti che riguardano la vita amministrativa e in questo caso si picchia duro, non limitandosi al solo caso giudiziario. «L’area, nella quale ora sorge il supermercato, avrebbe potuto e dovuto ospitare altre strutture con destinazioni pubbliche e sociali – affermano i consiglieri Andrea Abis, Paolo Mele e Carlo Trincas –. Questo sproporzionato supermercato ha profondamente intaccato l’economia degli esercizi commerciali esistenti a Cabras. L’area è stata ceduta in permuta in cambio del piano terra dell’edificio di via Caprera, sulla cui effettiva migliore utilità pubblica abbiamo molti dubbi e per il quale lasciamo a chi di dovere il compito di verificare se il controvalore monetario dello scambio sia stato equo oppure no. L’operazione è stata legittimata dall’urgenza improrogabile di trovare una nuova sede per alcuni uffici comunali entro il 31 dicembre del 2012 e, tuttavia, la consegna a quella data non c’è stata e gli edifici, a tutt’oggi, non risultano completati».

E allora ecco la domanda: dov’è l’utilità pubblica per il Comune? La risposta è chiamato a darla lo stesso sindaco, il cui telefono per ora continua a squillare a vuoto. In attesa delle sue parole, i consiglieri pongono sul tavolo altre questioni mai risolte: i costi del campo da calcio, la casa museo di San Salvatore, il mercato ittico, il degrado del lungo stagno e di San Giovanni di Sinis, l’asilo di via Leopardi. «Per tutte queste ragioni – concludono – e affinché la sua attuale vicenda personale non abbia a condizionare negativamente l’efficacia dell’amministrazione, nell’interesse suo e dell’intera popolazione, la invitiamo a dimettersi».

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