La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi edilizi: entrano in azione le ruspe

di Enrico Carta
Abusi edilizi: entrano in azione le ruspe

Sono 41 i casi di sentenze ormai passate in giudicato: sono in atto le procedure per eseguire le demolizioni

01 luglio 2014
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ORISTANO. Arrivano le ruspe anche nell’Oristanese e chi in passato ha commesso reati ora trema, perché è troppo tardi per evitarle. Il fenomeno dell’abusivismo edilizio non è diffuso come in Ogliastra o a La Maddalena al centro di situazioni particolarmente scottanti, ma anche in provincia ci sono stati svariati casi e, sebbene la giustizia a volte non corra esattamente come una locomotiva, prima o poi presenta il conto e i numeri di quel conto sono parecchi. Così come diversi sono i luoghi in cui le ruspe entreranno in azione oppure quelli in cui chi ha commesso l’abuso provvederà da solo a buttar giù mura e pilastri o a ripristinare i luoghi che ha manomesso.

Bisogna però tornare indietro nel tempo – in qualche caso anche più di quindici anni – perché gli interventi riguardano vicende giudiziarie che si pensava morte e sepolte. Tali invece non sono e così il procuratore Andrea Padalino Morichini ha assegnato all’Aliquota reati ambientali ed edilizi, di cui fanno parte gli agenti di polizia giudiziaria del Corpo forestale e della Polizia locale, il compito di delegare gli uffici tecnici comunali e le polizie locali affinché vigilino sull’esecuzione delle demolizioni o sul ripristino dei luoghi, qualora questi siano stati richiesti come pena accessoria dalle sentenze passate in giudicato.

I procedimenti sono in tutto quarantuno. Uno di questi è stato archiviato, dopo che l’abuso è stato sanato e un altro è in attesa di rilascio di accertamento di conformità. Poi si va in crescendo con sei fascicoli che sono in proroga dei termini di demolizione. Si arriva quindi ai casi in cui è arrivata la fase della demolizione. Sono undici e riguardano abusi edilizi avvenuti a Silì, Samugheo e Oristano – demolizioni già eseguite – e ancora a Bosa, Oristano, Terralba e Ghilarza con demolizioni ancora da effettuare.

Gli agenti della polizia giudiziaria hanno però svolto un altro compito fondamentale, perché hanno contattato direttamente le persone coinvolte. Hanno spiegato, attraverso campagne di informazione, che il costo di una demolizione da affidare a ditte private è superiore rispetto a quello che viene affrontato per le autodemolizioni. E così ben ventidue casi hanno visto i proprietari degli immobili o delle parti di essi ritenute abusive intervenire autonomamente per eseguire il provvedimento. In questa tranche rientrano abusi edilizi commessi ancora a Bosa, Oristano, Bonarcado, Samugheo, Cabras, Cuglieri, San Vero Milis e Terralba.

Raramente ci si è trovati di fronte a intere case da buttar giù. Il caso più eclatante è probabilmente quello di Silì, dov’è stata cancellata una casa di campagna costruita senza le necessarie autorizzazioni. Sempre a Silì c’è stato un ulteriore intervento che ha fatto sparire un bed and breakfast nato senza autorizzazioni. E infine nel capoluogo l’intervento di maggior importanza riguarda un piano seminterrato di una palazzina che era stato trasformato illecitamente in appartamenti.

Lasciando da parte gli abusi edilizi che riguardano case o parti di esse – altri quattro procedimenti sono in fase di conclusione –, in nove occasioni è stato disposto il ripristino dei luoghi. Si tratta di casi di ambiente violato, in cui a far le spese delle azioni umane erano state piante. Ora sono tornate al loro posto.

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