circonvenzione d’incapace
Finta massaggiatrice riesce a farsi regalare 30mila euro
ORISTANO. Costano cari i massaggi. Talmente cari che nel giro di pochi anni si arriva a trentamila euro di pagamento e addirittura senza incontrare il cliente. Si penserà che ci si trovi di fronte ad...
04 giugno 2014
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ORISTANO. Costano cari i massaggi. Talmente cari che nel giro di pochi anni si arriva a trentamila euro di pagamento e addirittura senza incontrare il cliente. Si penserà che ci si trovi di fronte ad una pratica magica, invece sarebbe molto più semplicemente una circonvenzione d’incapace di cui rimase vittima un commerciante oristanese che, giorno dopo giorno, ha dilapidatco i risparmi di famiglia per quell’amicizia nata quasi per caso e proseguita, la maggior parte delle volte, senza che i due protagonisti si incontrassero.
Ora la siciliana Rina Spanò, assistita dall’avvocato Giovanni Trimarchi, è a processo di fronte al giudice monocratico Francesco Mameli. Ad accusarla c’è il pubblico ministero Paolo De Falco, che si fa forte anche della costituzione di parte civile della vittima del presunto raggiro, che è assistita dall’avvocato Danilo Marras. Il processo va avanti da diverse udienze, durante le quali sono state acquisite anche le testimonianze dei genitori della presunta vittima, che hanno raccontato di come avessero visto erodersi il patrimonio familiare giorno dopo giorno.
Solo successivamente si scoprì che il figlio aveva contattato, tramite un annuncio su un giornale, Rina Spanò che si diceva specialista in massaggi. In realtà, imbastendo delle storie in cui parlava di gravissime difficoltà familiari, sarebbe riuscita a convincere il suo nuovo amico, il quale probabilmente si era invaghito di lei, a farsi consegnare spessissimo delle importanti cifre di denaro.
Il processo sarebbe dovuto arrivare ieri a sentenza, ma la nuova legge sull’irreperibilità degli imputati – non si sa infatti che fine abbia fatto Rita Spanò – ha portato ad un rinvio dell’udienza. (e.c.)
