La Nuova Sardegna

Oristano

Cabras, nell’area marina protetta campo boe e pesca sono vietati

di Claudio Zoccheddu
Cabras, nell’area marina protetta campo boe e pesca sono vietati

Il regolamento non è stato integrato dal consiglio comunale e quindi sono validi i divieti I diportisti riuniti nell’associazione Adina si ribellano e minacciano clamorose azioni di protesta

18 maggio 2014
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CABRAS. Un caso in piedi del 2003. Ci sono però voluti undici anni prima che l’inghippo del regolamento di gestione dell’Area marina protetta (Amp) ritornasse a galla per preoccupare il mondo della nautica da diporto e della pesca sportiva.

Secondo il regolamento, stilato in seguito alla richiesta di riperimetrazione dell’Area avvenuta appunto nel 2003, la pesca sportiva e l’ormeggio delle imbarcazioni nei campi boe devono essere vietati. O meglio: le due attività possono essere consentite solo dopo aver ricevuto un’autorizzazione dall’ente gestore che, però, in questo momento ha le mani legate e non può rilasciare le autorizzazioni per colpa di una falla nel procedimento che ha portato all’attuazione del nuovo perimetro. Per quanto riguarda la pesca sportiva, al momento, esiste una piccola deroga.

Il divieto riguarda solo i pescatori che non risiedono all’interno del comune di Cabras. I locali, invece, possono continuare a pescare tranquillamente dalla barche e da terra con lenze e canne da pesca nelle zone C.

Per quanto riguarda gli ormeggi, la situazione è addirittura più complessa. Perlomeno sulla carta. Infatti, le aree nelle zone C (vincolate da tutela parziale) in cui sono stati allestiti i campi boa non possono essere utilizzate dai diportisti perché non regolamentate in maniera dettagliata dopo la riperimetrazione dell’Amp.

In altre parole, tra le specifiche che disciplinano la gestione delle zone sottoposte a tutela parziale non è chiaro come ci si debba comportare davanti alla questione dei campi boe che, inghippo nell’inghippo, sarebbero stati realizzati senza che ci fossero le condizioni normative idonee.

La questione, che si annuncia spinosa in vista dell’imminente arrivo della prossima estate, è stata affrontata durante un’assemblea pubblica affollata da una sessantina di soci di una delle associazioni dei diportisti nautici dell’oristanese, l’Adina.

I toni, ovviamente, non potevano che essere accesi: «Gli amministratori hanno detto che prima di preoccuparci avremmo dovuto informarci. L’abbiamo fatto e adesso siamo molto più preoccupati di prima», hanno detto i soci che per fotografare la situazione hanno preparato un poster che raffigura una somaro sopra uno scafo in vetroresina.

Un’allegoria dai riferimenti chiarissimi che strappa un sorriso, ma che non contribuisce a rasserenare gli animi: «Non c’è nulla per cui stare sereni. La realtà è che il consiglio comunale avrebbe dovuto approvare il regolamento della nuova riperimetrazione dell’Amp nel 2008. Aveva centottanta giorni per farlo ma nessuno ha mosso un dito», hanno detto i soci, «per colpa di questa clamoroso ritardo l’Area marina non può rilasciare le autorizzazioni e noi non possiamo pescare e ormeggiare: per farlo dovremo attendere l’approvazione del regolamento e il conseguente nulla osta ministeriale».

Lo stallo potrebbe durare più del previsto e impedire l’ormeggio anche dei pochi turisti che arrivano nel mare del Sinis in barca. Un pessimo spot per una località a vocazione turistica e per un parco marino nato per proteggere la natura ma anche per metterla a frutto dal punto di vista economico.

A contribuire ad agitare le acque, poi, c’è la voglia di manifestare il dissenso espressa da alcuni soci dell’Adina: «Se non dovessimo ottenere risposte chiare e se non si riuscisse a superare lo stallo entro il 31 maggio, occuperemo il centro di Cabras con i carrelli delle nostre barche. Esattamente come avevamo fatto nel 1998, quando era nata l’Amp».

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