La Nuova Sardegna

Oristano

“Chiuso per festa” nella città sonnolenta e deserta

di Michela Cuccu ; di Michela Cuccu
“Chiuso per festa” nella città sonnolenta e deserta

I pochi i locali aperti nel centro hanno lavorato bene Più movimento a Torregrande con tanta gente in spiaggia

22 aprile 2014
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ORISTANO. Semideserta e intorpidita, Oristano ieri mattina, era come se si fosse alzata tardi. Poca gente in giro per le strade, a parte i soliti anziani che si incontrano in piazza e famigliole con passeggini e cane al guinzaglio al seguito. Anche di turisti ce n’erano pochi per strada e a fotografare monumenti. Solitario anche l’Antiquarium, regolarmente aperto e pronto ad accogliere chi (non moltissimi) aveva deciso di trascorrere la giornata di festa fra le collezioni antiche esposte nelle teche del museo. Insomma, è stato un Lunedì dell’Angelo uguale a tanti altri, con le pasticcerie affollate, i negozi, compresi quelli di souvenirs, chiusi, a parte i cinesi per i quali pasquetta non ha il significato che ha da queste parti. Ovvero, una giornata di relax da trascorrere, condizioni meteorologiche permettendo, possibilmente all’aperto. Infatti, malgrado una brezza piuttosto frizzante, il cielo limpido ha convinto tantissimi oristanesi a compiere il classico rito della gita fuori porta.

Chi è rimasto in città ha approfittato del poco traffico per una passeggiata in centro, fra le vetrine dei negozi chiusi, i bar e i ristoranti aperti a scacchiera. Un buon numero di locali è rimasto infatti chiuso, probabilmente perché i gestori avevano previsto quello che gli addetti al lavoro definiscono “poco movimento”, ovvero, penuria di clienti, fenomeno non raro in tempo di crisi. Però chi ha scelto di aprire di clientela ne ha vista. «Abbiamo molti tavoli prenotati», spiegavano in un ristorante del centro storico che, per non fasi sfuggire i turisti che comunque continuano a tenere Oristano fra le mete di una vacanza primaverile, aveva pensato bene di piazzare un cartello segnaletico in piena ztl.

Turisti, soprattutto locali hanno invece preferito rivolgersi alle strutture agrituristiche del circondario, magari verso la costa, per abbinare al piacere di una gita all’aria aperta quella di un pranzo con pietanze tipiche, dimenticando, per poche ore, crisi e difficoltà.

Già la crisi, statica per troppi: chi si è trovato a passare dalle parti di via Carmine non ha potuto non notare la conferma più veritiera di una Oristano sempre meno ricca. Uomini non più giovanissimi e solitari che “facevano orario” in attesa dell’apertura della mensa del povero. Unico locale che non chiude mai. Nemmeno nei giorni di festa.

La situazione è un po’ cambiata nel tardo pomeriggio, q1uando il centro della città si è animato di persone probabilmente reduci dal pranzo al sacco o al mare.

La borgata di Torregrande era invece affollata. Tanta gente anche in spiaggia, con qualcuno che ha anche azzardato il bagno.

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