La Nuova Sardegna

Oristano

Treni, orari ballerini e pendolari in rivolta

Treni, orari ballerini e pendolari in rivolta

I primi collegamenti con Cagliari posticipati, ripercussioni negative per chi ha impegni da rispettare

10 aprile 2014
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MARRUBIU. Se di questi tempi avere un lavoro è già un miracolo, anche riuscire ad arrivarci per tempo non è da meno. I disagi nei trasporti ferroviari stanno creando infatti difficoltà enormi a chi deve, o perchè ci crede, o perchè non ha alternative, servirsi dei treni. «Come temevamo il treno che da Oristano partiva alle 4,50 per arrivare alle 6,05 a Cagliari, è stato posticipato di 11 minuti per un interesse interno che mal si concilia con le esigenze degli utenti, adesso non è più possibile raggiungere Cagliari intorno alle sei», commenta Roberto Porcella, terralbese. «Il primo treno ora arriva alle 6.18, con buona pace di chi è costretto a spostarsi con autobus per raggiungere il posto di lavoro, io ad esempio quando ho il turno alle 6 devo prendere l’auto ora e non posso più prendere il treno». Cambio di mezzo che comporta naturalmente una doppia spesa visto che oltre all’abbonamento si è pagata pure la benzina. Un’altra batosta che si somma ai ritardi e soppressioni di corse, e che ha portato i viaggiatori a fare una raccolta firme e a rivolgere le proprie lamentele alla Direzione generale della Sardegna di Trenitalia, all’assessore regionale ai trasporti, ai sindaci di Cagliari, Oristano, San Gavino, Samassi, Marrubiu. «Il sistema è subdolo: si creano piccoli disagi che cumulati scoraggiano i viaggiatori, i treni vengono utilizzati poco e questo crea le condizioni per eliminarli col nuovo orario, e nel nord Sardegna la cose vanno anche peggio» commenta Annalisa Serra di Samassi, «Lo stesso "Turritano" che storicamente collega la Sardegna al porto di Porto Torres, costringe i viaggiatori a cambiare treno ad Oristano. Immaginiamo cosa significhi per chi prende la nave scendere e cambiare con i valigioni, o chi viaggia con bambini al seguito. Siamo una Sardegna-spezzatino!». Tutto questo è denunciato da un gruppo di viaggiatori esasperati che stanno cercando di coinvolgere anche i politici regionali, che sinora non si sono fatti portavoce del problema. «Chi lavora con i turni non riesce più ad utilizzare i treni, i garantiti ormai sono solo quelli per chi lavora dalle 8 alle 14 o alle 16, ma per tanti altri lavoratori nessuna garanzia, è inutile che si parli di spopolamento dei paesi se poi non si garantiscono i servizi» continua Porcella, «di garantire le corse non gliene importa niente, ci sono persone che hanno rischiato il posto di lavoro quando c’erano soppressioni continue e scioperi, ma tanto nessuno dice niente se loro tagliano i treni». Chi arriva dal terralbese o dall’oristanese si sente ulteriormente penalizzato: “Oristano è molto meno collegata di San Gavino, dicono perché ci sono meno pendolari».

Cristina Diana

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