La Nuova Sardegna

Oristano

L’appalto dei rifiuti nelle mani del Tar, mercoledì si decide

di Caterina Cossu

Santa Giusta, il servizio di raccolta in bilico dopo il ricorso Un intrico di pareri legali sull’attribuzione dell’appalto

09 gennaio 2014
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SANTA GIUSTA. La data del 15 gennaio pende sull’Unione dei Comuni fenici come una spada di Damocle. Sarà il giorno in cui un sì del Tar potrà garantire o meno il regolare funzionamento del servizio di ritiro dei rifiuti a Cabras, Palmas Arborea, Riola Sardo, Santa Giusta e Villaurbana. La decisione riguarda la conferma o meno dell’attuale società che gestisce il servizio, la GeSar. Si tratta della seconda alla gara d’appalto indetta dall’Unione nel 2012, subentrata in situazione di emergenza alla prima aggiudicataria Asa. Nel novembre 2012 è stata quest’ultima, già aggiudicataria del precedente appalto, ad arrivare prima in via provvisoria nella nuova gara.

La società verteva però in una situazione di grave dissesto finanziario, ragione per la quale iniziò progressivamente a non svolgere regolarmente il servizio. L’ok per l’aggiudicazione definitiva alla ditta Asa della gestione del servizio arriva però ugualmente ad aprile del 2013 da parte del responsabile del servizio dell’Unione, l’ingegnere, Emanuele Scalas, motivata dalla regolarità formale degli atti presentati, così come da legge.

A giugno, la GeSar ricorse al Tar per la sospensiva dell’assegnazione dell’appalto, visto che nei fatti il servizio non viene garantito. A questo punto gli atti vennero sospesi e l’Asa, in proroga, andò incontro a svariati problemi. Non pagava già da tempo gli stipendi ai lavoratori, che incrociarono le braccia in una sorta di sciopero bianco. La ditta, inoltre, non assicurò il ritiro per 48 ore e a seguito di un sopralluogo risultò che ben quattro mezzi erano irregolari.

A questo punto, un’ordinanza firmata a luglio dai sindaci dell’Unione affidava il servizio di ritiro dei rifiuti differenziati alla GeSar. La seconda ditta, che aveva presentato il ricorso al Tar diventò gestore del servizio. Poco prima dell’udienza di novembre, l’amministrazione dell'Unione dei Comuni decise di chiedere un parere legale, tramite il quale, considerati i fatti accaduti al di fuori delle procedure di gara, ottenere un pronunciamento sulla decisione del responsabile del servizio di confermare in via definitiva l’aggiudicazione del servizio alla prima aggiudicataria Asa.

Il parere del legale si discosta però da quello dell’ufficio, che aveva seguito il principio della regolarità formale degli atti. Preso atto che nella pratica l’Asa è insolvente rispetto alla gestione del servizio, il legale aveva decretato che quell’aggiudicazione andasse annullata, considerato anche che la lettera della normativa sugli appalti ha una lettura che si discosta fortemente dalla giurisprudenza nel merito. Il responsabile tornò allora sui suoi passi e annullò, in autotutela, l’aggiudicazione definitiva ad Asa del servizio. Ecco che davanti al Tar, cessata la materia del contendere rispetto al ricorso di GeSar, il tribunale amministrativo non si pronuncia più, ma diventa sede per un altro ricorso. Stavolta è l’Asa, che chiede di vedere annullata la determina di annullamento in autotutela del provvedimento emanato dal responsabile del servizio in accordo con il parere legale richiesto dall’amministrazione dell’Unione dei Comuni.

Un ingarbugliamento che sarà sciolto o reso ancor più complesso dalla prossima pronuncia di mercoledì prossimo.

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