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CABRAS

Il non ritorno dei Giganti e il silenzio della politica

Il non ritorno dei Giganti e il silenzio della politica

CABRAS. Inseparabili ma divisi. Nonostante gli appelli della comunità scientifica, l’ultimo è di ieri e porta la firma di Marcello Madau, archeologo e docente universitario, il destino dei giganti...

04 gennaio 2014
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CABRAS. Inseparabili ma divisi. Nonostante gli appelli della comunità scientifica, l’ultimo è di ieri e porta la firma di Marcello Madau, archeologo e docente universitario, il destino dei giganti di Mont’e Prama rimane segnato: le statue saranno divise. Cagliari ospiterà gli esemplari migliori, Cabras prenderà il resto quando e se la Soprintendenza ai beni archeologici lo riterrà opportuno. L’anteprima del museo diffuso immaginato da Marco Minoja, soprintendente di Cagliari e Oristano, è prevista per marzo con una manifestazione che porterà a Cagliari e a Cabras alcune statue. L‘occasione è data dai festeggiamenti per il centenario della nascita di Giovanni Lilliu, il padre putativo dell’archeologia sarda che a suo tempo, si parla del 1985, aveva ribadito a chiare lettere come i giganti dovessero ritornare tutti a Cabras. Ironia di una sorte costruita grazie alla collaborazione della classe politica di un intero territorio, l’oristanese, che ha preferito tacere o raccontare solo una parte della verità. Il destino delle statue, infatti, è stato scritto il 12 dicembre del 2011, quando la Regione, la Direzione dei Beni culturali e paesaggistici della Sardegna e il Comune di Cabras hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che definiva l’esposizione definitiva delle statue, ormai restaurate nel laboratorio di Li Punti. Un documento confuso da cui si evinceva con sicurezza solo l’aspetto relativo alla divisone dei giganti. Un dettaglio che, incredibilmente, era sfuggito al rappresentante del territorio incaricato di riportare i giganti a casa, il sindaco di Cabras. Anzi, l’epilogo registrato da Cristiano Carrus e dai suoi assessori è stato l’esatto contrario. Fino a poco tempo fa, l’ultima occasione è stata un convegno organizzato a dicembre dal Rotary Club di Oristano, Carrus e suoi assessori hanno sempre sottolineato come il protocollo d’intesa, secondo loro, destinasse tutte le statue a Cabras. Un punto di vista ripetuto come un mantra senza citare approfonditamente il documento che, sarà un caso, non è mai stato discusso pubblicamente dall’amministrazione comunale, nonostante le richieste pressanti delle associazioni che si sono occupate della questione di Mont’e Prama e della stampa. Meglio tacere e mettere in campo un’inspiegabile strategia del silenzio che ha avvolto anche il sito archeologico di Tharros. La gemma archeologica del Sinis cade a pezzi colpita a morte dai segni dell’incuria ma dall’amministrazione comunale non è arrivata neanche una parola. Alla stessa maniera, più o meno, il caso dei giganti divisi tra la piccola Cabras e la grande Cagliari rischia di finire in un dimenticatoio. Un classico per un territorio, e per una classe politica, che però conserva la sua capacità di mettersi da parte, in silenzio.(c.z.)

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