La Nuova Sardegna

Oristano

Anche i tabaccai sul piede di guerra

L’associazione presieduta da Massimo Farris di Gonnoscodina minaccia forti proteste

25 ottobre 2013
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GONNOSCODINA. I tabaccai dissotterrano l’ascia di guerra e, se inascoltati, preannunciano azioni forti a cominciare dallo stato di agitazione. «Calano le vendite, cresce il mercato illecito e noi tabaccai non ce la facciamo più», dice il presidente della Fit Giovanni Risso (Federazione tabaccai italiani). Che continua: «Per questo abbiamo deciso lo stato di agitazione dell’intera categoria. Vogliamo un aumento dell’agio sui tabacchi, semplicemente per sopravvivere».

Linea, questa, pienamente condivisa anche dalla sezione oristanese presieduta da Massimo Farris, di Gonnoscodina. A rischio sono le centinaia di aziende familiari che si sono viste un sostanzioso calo della redditività per le quali l’aumento dell’agio è la condizione minima per non abbassare le serrande. «A rischio è la sopravvivenza di una rete che per decenni è stata indicata come una delle migliori», aggiunge Risso.

Altro punto della vertenza è quello riferito alla lotta contro il mercato illecito e l’attacco portato dalle multinazionali del petrolio che puntando ad inserire la vendita del tabacco nei loro punti vendita, per la massimizzazione dei profitti, stanno tentando di “scippare” il lavoro ai tabaccai.

«Non comprendiamo inoltre come, contrariamente a quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, lo Stato possa da un lato sponsorizzare politiche di tutela della salute e dall’altro sopportare continui “assalti alla baionetta” che puntano alla proliferazione dei punti vendita, in totale spregio delle regole previste per qualsiasi altro cittadino», conclude il presidente della Fit Risso.

Da qui lo stato di agitazione che, se dovesse rimanere inascoltato, potrebbe portare addirittura alla serrata: in gioco sono migliaia di aziende a conduzione familiare.

Tigellio Sebis

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