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Stagione turistica con segnali contrastanti

Stagione turistica con segnali contrastanti

BOSA. Tornano i pendolari dell’arenile, latitano le presenze di italiani e resistono quelle straniere. Se non proprio una diagnosi frutto di oggettiva analisi statistica, in assenza di dati...

10 agosto 2013
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BOSA. Tornano i pendolari dell’arenile, latitano le presenze di italiani e resistono quelle straniere. Se non proprio una diagnosi frutto di oggettiva analisi statistica, in assenza di dati ufficiali, sarebbe questo – a sentire il polso di diversi operatori - il trend di luglio nella locale industria turistica.

Anche se è l’intera stagione ad apparire ancora una volta segnata sempre meno dal tutto esaurito dei classici periodi di punta. Mentre (complice il peculiare clima mite, eventi e manifestazioni dalla radicata tradizione secolare, prezzi più abbordabili e strutture ricettive che resistono) la bassa stagione pare invece regalare sempre più soddisfazioni.

L’estate però, in particolare per chi opera in strutture stagionali, è occasione imprescindibile per rinfrancare le poste dei bilanci. Con il mese di agosto che da qualche anno diventa una sorta di ancora di salvezza imprescindibile e che in molti sperano ancora foriero di soddisfazioni. Mentre se su percentuali di incassi e numero di ospiti le tesi sono discordanti. A seconda della categoria interpellata, ed all’interno della stessa con varie sfumature, c’è infatti chi afferma di aver incrementato gli introiti di almeno un 20 per cento (ristorazione e ospitalità) e chi invece, (settore commercio in particolare) alza mestamente bandiera bianca già prima del giro di boa ferragostano.

Pietra di paragone sull’andamento generale per molti resta la densità, anche in questo caso a “occhiometro”, delle presenze nella spiaggia che si affaccia sulla rada dell’isola Rossa, a Bosa Marina. Massicce solo nel fine settimana e grazie al ritorno dei pendolari in arrivo da Marghine, Mejlogu e Guilcer per alcuni.

Dato che però, altra lettura, emergerebbe perché negli anni precedenti gli ospiti in arrivo dal continente, oggi scoraggiati dai costi eccessivi del trasporto via mare (la convinzione unanime), avevano superato di netto sardi e stranieri.

La più triste delle note dolenti sembra però quella del lavoro stagionale, vera boccata d’ossigeno in un tessuto fortemente sofferente. Visto che c’è chi racconta del mancato rinnovo, anche a storici collaboratori e causa sempre più incerti incassi, di una assunzione sia pur a tempo determinato.

Alessandro Farina

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