La Nuova Sardegna

Oristano

Vedova ottantenne incassa la pensione: l’assegno è di 2 euro

di Enrico Carta
Vedova ottantenne incassa la pensione: l’assegno è di 2 euro

Oristano, l’operazione costa sicuramente di più alle Poste e all’ente che ha ricalcolato l’assegno di reversibilità

18 novembre 2012
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ORISTANO. Chissà cosa avrà pensato la signora Carmela Trudu quando ha visto l’assegno di due euro che lo Stato le elargiva quale pensione per il mese di novembre. Avrà detto: «Sogno o son desta?» o forse da buona campidanese un bel: «Funti maccusu». Sono pazzi, insomma, questi che a casa le recapitano un assegno da due euro.

O forse più che di fronte a dei pazzi, sarabbe meglio dire che ci si trova di fronte ad un assurdo esempio di mala burocrazia che ha inizio in chissà quale stanza di chissà quale ufficio statale e il suo epilogo nell’ufficio postale di via Canepa.

Evidentemente questa è una storia in cui il numero due la fa da padrone perché quando la signora Concetta arriva nel luogo in cui deve ritirare la somma, è costretta a fare la fila: «Sono cardiopatica e fare la fila mi pesa tantissimo». Fosse stato per qualcosa per cui ne valeva la pena avrebbe resistito anche oltre, ma alla fine ha avuto la sorpresa che ha manifestato di fronte all’impiegata delle Poste, la quale più di un sorriso, un commento ironico e una scrollatina di spalle non ha potuto fare. Nell’Italia della revisione della spesa e della cinghia da stringere a tutti i costi, gli sprechi continuano evidentemente ad avere mille rivoli. La fonte di questo è una pensione di reversibilità solitamente ben più alta di quella appena percepita. In genere si aggira attorno agli ottocento euro, sinché lo Stato non si accorge di aver pagato ben più di quello che spettava alla signora Concetta. E così, esaminata la sua dichiarazione dei redditi, deve recuperare ciò che le ha dato in più. Da ottocento si scende a poco più di trecento euro per arrivare, nel mese di novembre ai due miseri euro.La domanda che tutti si pongono è ovviamente semplice: «Per pagare questi due euro, quanto ha speso lo Stato». Impossibile fare i conti, ma la certezza che sia costato tutto molto di più è piuttosto solida.

Come solida è quella che il caso capitato a Oristano sia solo uno dei tantissimi che accadono quotidianamente. Le considerazioni della signora Concetta, a ottant’anni, sono invece un tantino differenti: «Con due euro compro il latte e il pane per un giorno. Non riesco nemmeno a pagarmi il pranzo, perché io mangio parecchio quando mi siedo a tavola». Non che si lamenti per la sua condizione sociale, visto che «Fortunatamente – spiega – ho i soldi dell’affitto di due immobili, però è una vergogna. Mi chiedo se sia il caso di mandare una pensione di due euro. Sarebbe stato meglio non riceverla e che questi spiccioli venissero direttamente sommati alla prossima pensione». Sperando ovviamente che non sia di nuovo una pensione da due euro, visto che il caso non è esattamente una novità. «Già l’anno scorso – spiega la signora Concetta Trudu – era successa una cosa simile, anche se l’assegno era più alto».E allora visto che lo Stato ha già concesso il bis e che in questa storia il numero due sembra farla da padrone, speriamo che il famoso detto «non c’è due senza tre» questa volta non si avveri. In realtà non è il solo caso in cui lo Stato per eccesso di zelo invia un assegno irrisorio.

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