La Nuova Sardegna

Oristano

Nelle serre fotovoltaiche nessun tipo di coltivazione

di Claudio Zoccheddu
Nelle serre fotovoltaiche nessun tipo di coltivazione

A Milis una quarantina di ettari di terreno sono ricoperti da centinaia di strutture ma non vi si coltiva nulla. Proprietario dell’impianto è un gruppo cinese

19 ottobre 2012
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MILIS. Quaranta ettari di terreno ricoperti da centinaia di serre fotovoltaiche. Il progetto della Milis Energy Spa non ha destato la stessa preoccupazione di quello nato, tra le polemiche, alle porte di Narbolia. Eppure, tra le due vicende potrebbero esserci diversi collegamenti. Le serre di Milis, nonostante la data di inizio dei lavori sia quella del 16 aprile 2010, non sono ancora terminate. Il cantiere è aperto e anche ieri mattina qualche operaio lavorava al suo interno.

Non solo, uno dei cavidotti che dovrebbe collegare una porzione delle serre alle cabine dell’Enel non è completo e non si allaccia ai vani di proprietà del gestore dell’energia. A due anni dall’inizio dei lavori, inoltre, non è dato sapere quale e quanta sia la produzione agricola delle serre.

Un dettaglio di non poco conto dato che, secondo la direttiva ribadita dal ministro Catania, le produzioni agricole devono essere garantite. Eppure, scrutando le serre, non sembra che al loro interno sia praticata alcun tipo di coltivazione. Così come mancano i dipendenti che dovrebbero curare la parte agricola e, soprattutto, nessuno ha mai notato automezzi deputati al trasporto degli eventuali ortaggi. L’erba, invece, cresce rigogliosa e incolta dentro e fuori le strutture fotovoltaiche.

Anche definire la proprietà delle serre è abbastanza complesso. Milis Energy Spa dovrebbe essere controllata da Trp Pve Bv, una joint venture tra due società, la Technologies and Resources for the Planet del Gruppo Tolo e Shanghai Aerospace Automobile Electromechanical Co. Ltd, società cinese con sede a Shanghai. Quasi un altro punto di contatto con i fatti di Narbolia dove gli investitori, però, provengono da Hong Kong.

Il mondo con gli occhi a mandorla, dunque, tiene sotto stretta osservazione questa piccola porzione di Sardegna dove le serre fotovoltaiche spuntano come i funghi. E dove, società come la Milis Energy Spa versano nella casse di Terni Energia, fornitore degli impianti fotovoltaici, pagamenti per 11,88 milioni di euro.

Una cifra che, perlomeno in parte, potrebbe provenire dai lauti incentivi statali previsti per la realizzazione di impianti di questo tipo. Incentivi su cui, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, ha annunciato lo scorso febbraio l'avvio di una “stringente attività di monitoraggio per prevenire fenomeni speculativi nell'ambito del fotovoltaico realizzato su serre agricole”. Affermazioni che, per quanto diplomatiche, lasciano intendere una stretta anche alla concessione degli stessi incentivi.

Nel frattempo, anche il Comune di Milis tiene d’occhio lo stato di avanzamento del progetto realizzato dalla Milis Energy Srl: «Abbiamo una linea di comunicazione aperta con i responsabili del progetto», ha detto l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Raimondo Deiola.

«Per quanto i lavori siano stati avviati dalla precedente amministrazione, comunque ci preoccupiamo che le opere avviate sul territorio siano portate a compimento».

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