La Nuova Sardegna

Oristano

«Blocchiamo i pescherecci in arrivo dalla Toscana»

di Roberto Petretto
«Blocchiamo i pescherecci in arrivo dalla Toscana»

Cresce la mobilitazione tra i pescatori di Bosa contro il sistema di setaccio dei fondali, la “pesca a cianciolo”

19 giugno 2012
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INVIATO A BOSA. Cresce la mobilitazione di Bosa contro la pesca con il cianciolo. Per questa sera è stato programmato un dibattito pubblico sull’ipotesi dell’arrivo, nel mare di fronte a Bosa, di grossi pescherecci dalla Toscana, attrezzate e autorizzate per questo tipo di pesca. L’incontro è previsto alle 16 nella sala conferenze della Biblioteca. Ma quella di oggi potrebbe essere solo la prima tappa di una battaglia lunga e forse dura. La marineria di Bosa è in subbuglio e l’intera comunità potrebbe schierarsi a fianco del centinaio di pescatori che ancora lavorano con le loro barche in queste acque. Il nemico si chiama “pesca a cianciolo”: una tecnica che utilizza una rete simile alla lampara, in grado di setacciare il fondale e che, secondo i pescatori locali, devasterebbe l’ecosistema. Difficile opporsi a questo tipo di pesca, autorizzata in base alla profondità a cui viene esercitata e non in base alla distanza dalla costa. E le profondità richieste per la pesca a cianciolo nel mare bosano si trovano a poche miglia da terra. Il sindaco Piero Casula, rigira tra le mani la risposta ricevuta dal ministero delle politiche agricole: «È una risposta sibillina, che dice e non dice», commenta. Il ministero ha risposto così al sindaco che chiedeva una sospensione dell’autorizzazione al cambio ufficio d’iscrizione (da Porto Azzurro a Bosa) per la motobarca I Dieci Angiolillo: «Questa direzione generale invita l’impresa a voler rispettare “il codice di comportamento” e delle regole strutturate dalla marineria locale adeguando la propria attività di pesca svolta con l’imbarcazione I Dieci Angiolillo alle direttive e forme di autolimitazione dell’attività stessa».Se l’attività di pesca dovesse «contrastare con le direttive e autolimitazioni», l’autorità marittima competente «applicherà le dovute sanzioni previste». Insomma, nessuna sospensione al provvedimento che autorizza la barca toscana alla pesca a cianciolo nel mare di Bosa. E allora la mobilitazione prende corpo, si diffonde attraverso i social network e cessa di essere la battaglia dei pescatori per cominciare a trasformarsi in una battaglia di tutti. Pare che non ci sia modo di proibire questo tipo di pesca e quindi ci si prepara a azioni di protesta che potrebbero diventare eclatanti. E c’è già chi ipotizza problemi di ordine pubblico. Intanto del caso Bosa comincia a occuparsi anche la politica: Irs ha preso posizione con un documento molto duro: «Nella vicina Corsica questa pratica è severamente vietata. In Sardegna invece lo sfruttamento indiscriminato del territorio e del mare sembra non conoscere fine. A questo si accompagna l'amarezza di dover costatare che per l'ennesima volta questo furto avviene anche con la complicità della Regione Sardegna che invece di lavorare per affrontare i già gravi problemi della pesca sarda e tutelare gli interessi dell'isola, autorizza operazioni di saccheggio dei nostri beni».

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