La Nuova Sardegna

Olbia

Ganau, i licenziati: «Ridateci il lavoro»

di Angelo Mavuli
Ganau, i licenziati: «Ridateci il lavoro»

Un operaio del sugherificio parla a nome dei 79 mandati a casa. «Il piano industriale non può essere accettato»

07 maggio 2017
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TEMPIO. «Noi non vogliamo gli ammortizzatori sociali per rimanere a casa sdraiati sul divano. Noi vogliamo continuare ad essere parte integrante dell’azienda e farla crescere con il nostro lavoro». . A parlare in questo modo, in una dichiarazione accorata, rilasciata durante lo sciopero di venerdì, è un operaio della Ganau, Lello Aisoni, uno dei 27 licenziati del reparto taglio. 39 anni, sposato, militante della Cisl, assurto a portavoce dei 79 licenziati, che, in queste giornate frenetiche, ha cercato di tenere i rapporti soprattutto con le istituzioni del territorio.

Aisoni entra nel vivo della vicenda senza peli sulla lingua. Vecchio progetto. «Un piano industriale che preveda solo tagli e sacrifici per noi lavoratori, non può più essere accettato supinamente. Anche perché - prosegue l’operaio -, questo piano industriale non è partito oggi ma è un qualcosa che è stato messo in essere da oltre cinque anni. Un lasso di tempo, durante il quale non si sono persi solo gli attuali 79 licenziati. A questi ultimi, infatti, sono da aggiungere i 30 allontanati quattro anni fa, i 20 contratti di formazione lavoro non rinnovati e infine i 20 auto licenziatisi per giusta causa perché da oltre sessanta giorni non percepivano il salario».

Chiusura. «149 posti di lavoro in meno, senza vi sia stata nei confronti dei sindacati, ad esempio, da parte dell’azienda, che non vuole trattare con nessuno, una seppur minima apertura o un debole segnale che tenesse accesa la luce della speranza», chiude Aisoni. Soldi pubblici. «Prima - prosegue, sempre più amareggiato, Lello Aisoni -, quando i soldi piovevano a palate dalle Istituzioni pubbliche, eravamo esseri umani e grandissimi operai e operaie. Ora che i soldi servono a tutelare solo l’azienda, siamo diventati semplicemente dei numeri».

Solidarietà. Da Lello Aisoni, infine, un accenno agli operai non licenziati. «Durante lo sciopero - dice -, ci aspettavamo un pochino di solidarietà in più da parte dei nostri colleghi che non rientrano, per ora, in questo scellerato piano del sugherificio Ganau. Comunque va bene lo stesso, anche perché l’affluenza e la partecipazione alla nostra lotta è stata ugualmente notevole».

Commenti. Tantissimi infine gli altri commenti che con varie argomentazioni mettono in rilievo la drammaticità del momento. A partire dal sindaco di Tempio Biancareddu, per proseguire con Giovanni Tendas segretario provinciale di Sinistra Italiana, Mario Addis, segretario del Pd, Antonio Balata di Tempio Libera, Antonio Addis di Ripensare Tempio, Mario Satta di Resistenza Gallura, di Paolo Sanna, del Comitato Civico Essere Cittadini, di Mario Medda del Circolo Culturale Don Primo Mazzolari, ed infine di Luigi Piga, giornalista e portavoce tempiese del Fiu.

Assenze. Proprio Piga che già da tempo si interessa per la sua parte politica delle vicende della Ganau Spa, giudica l’attuale piano aziendale «irricevibile sotto tutti i punti di vista”. Poi la critica ai Comuni dell’Unione per «la loro pesante assenza - dice - alla giornata di sciopero».

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