Olbia, lezione sui poligoni militari allo Scientifico
L’iniziativa voluta dal Collegio dei docenti nell’ambito del progetto scolastico “Sa die de sa Sardigna”
OLBIA. "Sa Die de sa Sardigna" è anche una lezione per conoscere il tema dei poligoni militari in Sardegna. È stato così al liceo scientifico “Mossa”, con un progetto del professore Cristiano Sabino approvato dal Collegio dei docenti.
Aprendo i lavori, il dirigente scolastico Luigi Antolini ha sottolineato la necessità di portare i ragazzi «a dotarsi di tutti gli strumenti utili per formarsi una propria opinione informata dei fatti e vivere pienamente la propria cittadinanza in maniera attiva».
Il docente Cristiano Sabino ha sottolineato che la scuola italiana in Sardegna non è purtroppo ancora attrezzata sul piano dello studio e della conoscenza della realtà dell’isola e che «troppo spesso formiamo ragazzi e ragazze che vedono la loro terra come qualcosa di marginale, non interessante, lontano dal loro orizzonte culturale e di vita».
La prima relazione è stata curata da Enrico Puddu, giovane attivista del comitato sardo "A Foras" che, facendo scorrere delle slide, ha snocciolato i numeri di quella che ha definito "occupazione militare": più del 60% del demanio militare e i tre più importanti poligoni di tiro di tutta Europa sono nell’isola. Puddu ha poi parlato del problema legato alla salute e all'inquinamento citando anche la mancanza del registro sardo dei tumori.
È poi intervenuto l'avvocato Gianfranco Sollai, parte civile al processo di Quirra, che ha ringraziato l'attività di comitati, indipendentisti e pacifisti che negli anni hanno focalizzato l'attenzione sul tema, permettendo che si aprisse l'inchiesta della Procura. Sollai ha letto il capo di imputazione contro i comandanti che si sono avvicendati alla guida del Poligono negli ultimi anni: "per aver cagionato un persistente e gravo disastro ambientale con enorme pericolo chimico e radioattivo per la salute di decine di migliaia di animali, di decine di pastori, del personale della base e di numerosi cittadini". Sollai ha poi parlato della relazione della ASL di Lanusei che ha accertato un numero altissimo di malformazioni degli animali di allevamento e che il 65% dei pastori frequentanti il poligono è deceduto per linfomi e tumori a causa del torio radioattivo il quale è capace di modificare il Dna. La stessa relazione rileva negli animali da allevamento tassi importanti di torio, uranio e piombo.
L'ultimo intervento è stato del parlamentare Gianpiero Scanu, presidente della commissione sull'uranio impoverito. Scanu ha rimarcato la necessità di fare chiarezza su cosa si spara nei poligoni e anche su chi frequenta gli stessi per addestrarsi o sperimentare. A proposito della zona "delta" del poligono di Teulada ha raccontato la sua esperienza da parlamentare in visita al poligono: «Chiesi di visitare la penisola interdetta, la famosa zona delta, ma il comandante disse che era impossibile perché perfino i gabbiani avrebbero avuto problemi a posarsi su una zona morta per sempre. Come è possibile – ha concluso Scanu – che in un paese civile e democratico si possa accettare che anche una sola zolla di terra sia "morta e interdetta per sempre"?».