La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, lezione sui poligoni militari allo Scientifico

Un corteo di antimilitaristi sardi (foto Archivio)
Un corteo di antimilitaristi sardi (foto Archivio)

L’iniziativa voluta dal Collegio dei docenti nell’ambito del progetto scolastico “Sa die de sa Sardigna”

22 marzo 2017
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OLBIA. "Sa Die de sa Sardigna" è anche una lezione per conoscere il tema dei poligoni militari in Sardegna. È stato così al liceo scientifico “Mossa”, con un progetto del professore Cristiano Sabino approvato dal Collegio dei docenti.

Aprendo i lavori, il dirigente scolastico Luigi Antolini ha sottolineato la necessità di portare i ragazzi «a dotarsi di tutti gli strumenti utili per formarsi una propria opinione informata dei fatti e vivere pienamente la propria cittadinanza in maniera attiva».

Il docente Cristiano Sabino ha sottolineato che la scuola italiana in Sardegna non è purtroppo ancora attrezzata sul piano dello studio e della conoscenza della realtà dell’isola e che «troppo spesso formiamo ragazzi e ragazze che vedono la loro terra come qualcosa di marginale, non interessante, lontano dal loro orizzonte culturale e di vita».

La prima relazione è stata curata da Enrico Puddu, giovane attivista del comitato sardo "A Foras" che, facendo scorrere delle slide, ha snocciolato i numeri di quella che ha definito "occupazione militare": più del 60% del demanio militare e i tre più importanti poligoni di tiro di tutta Europa sono nell’isola. Puddu ha poi parlato del problema legato alla salute e all'inquinamento citando anche la mancanza del registro sardo dei tumori.

È poi intervenuto l'avvocato Gianfranco Sollai, parte civile al processo di Quirra, che ha ringraziato l'attività di comitati, indipendentisti e pacifisti che negli anni hanno focalizzato l'attenzione sul tema, permettendo che si aprisse l'inchiesta della Procura. Sollai ha letto il capo di imputazione contro i comandanti che si sono avvicendati alla guida del Poligono negli ultimi anni: "per aver cagionato un persistente e gravo disastro ambientale con enorme pericolo chimico e radioattivo per la salute di decine di migliaia di animali, di decine di pastori, del personale della base e di numerosi cittadini". Sollai ha poi parlato della relazione della ASL di Lanusei che ha accertato un numero altissimo di malformazioni degli animali di allevamento e che il 65% dei pastori frequentanti il poligono è deceduto per linfomi e tumori a causa del torio radioattivo il quale è capace di modificare il Dna. La stessa relazione rileva negli animali da allevamento tassi importanti di torio, uranio e piombo.

L'ultimo intervento è stato del parlamentare Gianpiero Scanu, presidente della commissione sull'uranio impoverito. Scanu ha rimarcato la necessità di fare chiarezza su cosa si spara nei poligoni e anche su chi frequenta gli stessi per addestrarsi o sperimentare. A proposito della zona "delta" del poligono di Teulada ha raccontato la sua esperienza da parlamentare in visita al poligono: «Chiesi di visitare la penisola interdetta, la famosa zona delta, ma il comandante disse che era impossibile perché perfino i gabbiani avrebbero avuto problemi a posarsi su una zona morta per sempre. Come è possibile – ha concluso Scanu – che in un paese civile e democratico si possa accettare che anche una sola zolla di terra sia "morta e interdetta per sempre"?».

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