La Nuova Sardegna

Olbia

Rena Majore insorge e diffida il Comune: «Fate opere e servizi»

di Sebastiano Depperu
Rena Majore insorge e diffida il Comune: «Fate opere e servizi»

L’Associazione dei Proprietari pretende scadenze certe «Sentenze del Tar e del Consiglio di Stato mai rispettate»

24 febbraio 2017
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AGLIENTU. L'associazione dei Proprietari di Rena Majore diffida il Comune di Aglientu sulle infrastrutture. «Da anni - scrivono in una lettera i proprietari di case del borgo aglientese - ci battiamo affinché il Comune di Aglientu completi le opere infrastrutturali di Rena Majore, le acquisisca come previsto dalle convenzioni stipulate con le società lottizzanti (unitamente agli spazi verdi e a tutte le aree destinate ad uso pubblico) e provveda alla loro manutenzione e gestione con il proprio bilancio. Come è noto, il Comune ha solo in parte realizzato le opere di urbanizzazione (richiedendo, peraltro, un contributo ai singoli proprietari e non rivalendosi invece sulle società lottizzanti che avrebbero avuto l'obbligo di provvedere a loro spese) e gestito molto sommariamente quelle esistenti, ponendo sempre a carico dei singoli proprietari i relativi oneri. A fronte del tergiversare dell'amministrazione, l'associazione aveva promosso un'azione giudiziaria contro il Comune, che è sfociata in due sentenze del Tar della Sardegna (rispettivamente del 2007 e del 2012)».

Con la seconda sentenza, il Tar aveva rilevato l'obbligo dell'amministrazione "di prendere in carico tutte le opere di urbanizzazione e affermato - ai fini di una precisa ricostruzione del quadro giuridico cui dovranno attenersi nel prosieguo tutti i soggetti interessati - che l'attività di completamento ed acquisizione delle opere da parte del Comune dovrà continuare nei tempi e modi più rapidi possibili». «Con sentenza dell'agosto 2013 - continuano i proprietari - il Consiglio di Stato ha ribadito "l'obbligo incombente sull'amministrazione comunale di procedere all'acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione Rena Majore, nonché al completamento delle opere non ancora ultimate. A oggi, tuttavia, dopo quasi 10 anni dalla prima sentenza poco o nulla è stato fatto dal Comune, nonostante i continui solleciti dell'associazione, per cui si è reso necessario mettere in mora l'amministrazione con una formale diffida, recapitata al Comune il 12 gennaio, che chiede all'amministrazione di avviare entro 30 giorni. i procedimenti necessari ad adempiere agli obblighi previsti dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato e in particolare di fissare un cronoprogramma (con scadenze certe e determinate) per la realizzazione dei lavori da effettuare». Qualche giorno fa, il Comune ha risposto con una lettera molto articolata che è, ora, al vaglio degli avvocati dell'associazione.

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