La Nuova Sardegna

Olbia

Clea, 139 lettere di licenziamento per i dipendenti della lavanderia di Olbia

Serena Lullia
Clea, 139 lettere di licenziamento per i dipendenti della lavanderia di Olbia

La società di Gianni Iervolino ha comunicato ai sindacati di non voler cambiare la sua decisione. Nessun paracadute in arrivo per chi perderà il posto, il ministero non concede la cassa integrazione

17 gennaio 2017
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OLBIA. Più una decisione che una proposta. L’imprenditore Gianni Iervolino è pronto ad avviare la procedura di licenziamento per 139 dipendenti della Clea, la lavanderia industriale di cui è proprietario. Le prime lettere partiranno a giorni. Non una sforbiciata, ma un colpo d’ascia netto. Verrebbero salvati solo 11 lavoratori. Iervolino ha comunicato la sua decisione al tavolo a cui hanno partecipato Confindustria, Cisl e Cgil.

Licenziamento. La proposta dell’imprenditore della Clea e della Marbo appare da subito irremovibile. Intende avviare da subito la procedura di licenziamento per 139 lavoratori. Da parte dei sindacati arriva un no secco. Non daranno mai la benedizione a una pratica sì prevista dalla legge, ma che va contro i lavoratori. Al massimo potrebbero sostenere una mobilità a step.

Coinvolgere la politica. I sindacati intendono coinvolgere anche la politica per evitare che 140 persone vadano a casa. Un film già visto. La stessa cosa accadde all’emittente televisiva 5 Stelle Sardegna. I sindacati cercarono di fare pressione sull’azienda chiedendo anche il sostegno delle istituzioni, a tutti i livelli. Il risultato fu comunque devastante. Tutti i giornalisti e i tecnici della Tv vennero licenziati.

Nessun paracadute. Per i 139 dipendenti della Clea il licenziamento è la caduta in un baratro. Alla fine dello scorso anno il ministero aveva rigettato la richiesta della cassa integrazione. La nuova normativa non prevede gli ammortizzatori sociali per le aziende in liquidazione. E la Clea lo è dalla scorsa estate, da quando ha dovuto inserire nel bilancio 5 milioni di euro di debiti. 4 milioni sono i soldi che l’azienda di Iervolino deve alla Asl di Nuoro dopo aver perso il lodo arbitrale con l’azienda sanitaria. Un altro milione sono di imposte non versate allo Stato.

Nessun passo indietro. Dopo lunghi mesi di mediazione da parte dei sindacati, la Clea è ritornata alla sua proposta iniziale. Il licenziamento. Iervolino sostiene che non manderà a casa subito tutti i lavoratori, ma quelli che riterrà necessario mese per mese, in base alle esigenze.

Problema sociale. Per il personale della Clea destinato al licenziamento si prospetta un futuro difficile. La maggior parte dei dipendenti sono donne, madri di famiglia, mediamente cinquantenni, che da decenni lavorano nella lavanderia. Figure difficili da ricollocare oggi sul mercato del lavoro.

Lo stato attuale. Sono 150 in tutto i dipendenti assunti a tempo indeterminato alla Clea. Lavorano per tre settori: community (ospedali e navi), resort (ristorazione e hotel) e medical (sterilizzazione).

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