La Nuova Sardegna

Olbia

In Gallura l’impresa è rosa: la crisi non ferma le donne

di Serena Lullia
In Gallura l’impresa è rosa: la crisi non ferma le donne

Sono tanti i talenti rosa che hanno fatto nascere delle aziende di successo Le loro storie raccontate al convegno della Fidapa dedicato a Patrizia Bigi

20 novembre 2016
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OLBIA. Talenti rosa. Donne determinate, competenti e vincenti, alla guida di aziende di successo. Un percorso spesso foderato di diffidenza e difficoltà. Le imprenditrici di Gallura hanno accettato la sfida. Hanno inseguito un sogno che la loro testarda voglia di farcela ha trasformato in realtà. La Fidapa ha fatto sfilare le storie di alcune di queste lady nel convegno organizzato al museo. Un incontro dedicato a una leonessa di Gallura che non c’è più. Patrizia Bigi.

Marianna Mura è l’enologa dell’azienda di famiglia, la “Vini Mura”. Un lavoro che fino a qualche anno fa era tutto al maschile. Marianna va per i campi, i piedi affondati nella terra, nelle narici il profumo della campagna. Lei interpreta il linguaggio delle viti che si intrecciano sui terreni di Loiri Porto San Paolo, valuta l’uva, capisce quando è il momento giusto per ordinare il taglio. Ma il suo lavoro è anche raccontare agli ospiti la poesia e la storia che finisce in bottiglia. «Nella vigna io ci sono cresciuta – dice –. I miei genitori avevano un vigneto grande ma con una produzione familiare. Alla fine degli anni Novanta papà ci mise davanti alla scelta. Mio fratello Salvatore decise per primo di occuparsene, io lo seguii a ruota. Studiavo Scienze biologiche e mi trasferii in Enologia». I fratelli Mura scelgono la nuova veste della cantina. Vini di qualità, tecnologia, sala degustazione. Da donna Marianna ha dovuto affrontare non tanto la diffidenza dei colleghi quanto quella dei consumatori. «Il consumatore non era abituato a trovare una enologa in cantina – commenta – . Pensava che fosse il consulente d’azienda a suggerirmi ciò che dicevo. Quindi mi sono ancora più intestardita e mi sono imposta di un fare un bianco buonissimo. Con il tempo sono arrivati anche i premi internazionali. Le difficoltà che ho incontrato mi sono servite da stimolo».

Da Londra a Olbia, con la missione di far risplendere l’azienda creata dalla madre, il Trapuntificio arredamenti Paola. Francesca Pinna e la sorella Roberta vivono e lavorano a Londra quando la mamma ha dei problemi di salute. «In più la crisi dell’edilizia aveva colpito gravemente anche il nostro settore – racconta Francesca – . Ci trovammo di fronte alla scelta. Restare a Londra, felici per il lavoro che facevamo o tornare a Olbia. Abbiamo optato per la strada più difficile e ci siamo messe in gioco. Sentivamo anche una grande responsabilità verso il personale». Un percorso difficile agli inizi. «Abbiamo messo i dipendenti in cassa integrazione. Nel frattempo abbiamo creato una linea d prodotti che identificasse i nostri gusti e ci permettesse di superare la stagionalità». Il trapuntificio Paola diventa Cloto, come la Moira che tesse i fili del destino. Il brand viene associato a un fiore di loto. «13 persone, molte delle quali donne, lavorano manualmente ogni singolo prodotto che diventa così unico – aggiunge Francesca –. Usiamo materie prime innovative come la fibra di sughero e la fibra di rame. Abbiamo quindi creato delle collezioni legando il nostro nome a personaggi famosi e a marchi importanti».

Francesca Pigozzi gestisce l’azienda agrozootecnica e l'agriturismo Li Sitagli, a Cugnana. «Quando i miei genitori, ormai avanti con l’età mi chiesero di occuparmene la situazione non era rosea – spiega –. La lingua blu aveva messo in ginocchio il comparto ovino dell’azienda. La tentazione era restare nel settore turismo in cui lavoravo. Poi ho fatto la scelta più difficile, supportata da mio marito. Abbiamo acquistato bovini da carne e da latte e abbiamo iniziato a produrre latte, prodotti caseari, carni, frutta e verdura. Abbiamo puntato su un mercato di nicchia e anche grazie a una massiccia campagna di marketing oggi abbiamo una azienda in salute e che produce».

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