La Nuova Sardegna

Scuole sovraffollate Adiconsum attacca: «Disabili penalizzati»

L’associazione consumatori: criteri di ammissione sbagliati Franco Dore (Cgil): «Più scuole uguale più posti di lavoro»

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OLBIA. Il meccanismo va troppo spesso in tilt. Le scuole olbiesi sono stracolme e di conseguenza molti bambini sono costretti a frequentare istituti lontani da casa, magari nella più profonda periferia. L'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Sabrina Serra, ha appena lanciato un grido d'allarme e ha puntato i riflettori sull'emergenza sovraffollamento. E così adesso interviene pure l'Adiconsum. L'associazione dei consumatori si riallaccia al discorso dell'assessore e denuncia i disagi a cui sono costrette le famiglie. Ma ne approfitta soprattutto per puntare il dito contro i criteri di ammissione nelle scuole primarie. Secondo Adiconsum, in qualche caso, i consigli di circolo al momento delle iscrizioni non terrebbero sempre conto delle corsie preferenziali stabilite per agevolare bambini disabili o con genitore unico, che invece dovrebbero avere priorità su tutti.

L'allarme Adiconsum. Il problema si trascina da anni. Le scuole materne, elementari e medie non riescono a rispondere alla domanda. Gli spazi sono troppo pochi rispetto al numero dei bambini. Così spesso i laboratori e le sale mensa vengono trasformati in aule e capita anche che i bambini siano costretti a frequentare scuole lontane da quelle richieste. «Succede che in alcuni istituti non si tengano sempre conto dei giusti criteri di ammissione - attacca Antonella Meloni, responsabile di Adiconsum Gallura -. Quindi noi chiediamo che i criteri diventino uguali in tutte le scuole. L'istruzione è un diritto e non possiamo assistere a spettacoli simili». Poi la Meloni entra nel cuore della questione con un esempio. «Qualche tempo fa una bambina disabile, titolare della legge 104, visto che non c'era posto in città è stata trasferita a Golfo Aranci - continua la responsabile Adiconsum -. Purtroppo capita che i bambini figli di due dipendenti passino davanti a disabili o a bimbi con un unico genitore».

La richiesta. Adinconsum, insomma, chiede il superamento di certi meccanismi e pretende che i criteri di ammissione vengano uniformati. Ma chiede anche un incontro con sindaco, assessore, dirigenti scolastici, sindacati e associazioni di consumatori. «La scorsa primavera ci siamo incontrati con l'allora sindaco Giovannelli, l'ex assessore Orunesu e altri attori del settore scolastico - spiega Antonella Meloni -. Avevamo discusso del problema e ci eravamo ripromessi di incontrarci a settembre. Quindi adesso vogliamo continuare su questa strada con la nuova amministrazione, chiediamo che venga convocato un tavolo al più presto per parlare di graduatorie e criteri di ammissione». Poi Antonella Meloni, che in passato era già intervenuta sulla questione, chiama tutti alla protesta: «Questi disagi dipendono dalla mancanza di edifici? Allora dobbiamo farci sentire tutti insieme, uniti, per chiedere cioè che ci spetta».

Il sindacato. E sulla questione interviene anche Franco Dore, della Cgil scuola. Il sindacalista conosce bene il problema. «Anche noi chiediamo criteri di ammissione il più omogenei possibile - attacca Dore -. Poi è chiaro, in città servono nuove strutture. Per le scuole materne, per esempio, esiste una lunghissima lista d'attesa». Franco Dore ci tiene comunque a precisare il ruolo del sindacato: «Il nostro compito è quello di tutelare i lavoratori. Costruire nuove scuole significa aumentare i posti di lavori. Ma pensiamo anche ai disagi che colpiscono i lavoratori a causa della mancanza di servizi. Inoltre si tratta di giustizia sociale». (d.b.)