La Nuova Sardegna

Olbia

Il ricordo delle alluvioni

Va avanti e si arricchisce il progetto Caritas “Madre Terra”

16 giugno 2016
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OLBIA. L’alluvione del 2013, che ha causato morte e distruzione, e il ciclone di due anni dopo, che ha aggiunto disastri e devastazione in un territorio già terribilmente ferito, sono stati ricordati nella sala dell’Expò al convegno organizzato dalla Caritas diocesana sul progetto Madre Terra.

«Un progetto - ha spiegato il vescovo Sebastiano Sanguinetti - nato dallo shock delle due alluvioni. Uno shock che ha lasciato in tutti noi il bisogno di fare qualcosa, e che ci ha portato ad approfondire il perché accadano questi fatti, dovuti ai cambiamenti climatici, ma anche dall’uomo che non ha fatto tutto ciò che doveva per prevenirli. Il nostro obiettivo è creare una coscienza ecologica, e prendere consapevolezza che il creato è affidato alle nostre mani. Il creato si vendica delle ferite procurategli dall'uomo, a noi il compito di evitare che questa vendetta sia compiuta».

Sanguinetti ha ricordato le vittime dell'alluvione 2013 e le parole pronunciate durante la celebrazione dei funerali: «In tanti degli eventi calamitosi che si succedono con sempre più frequenza nel mondo, non è estranea la mano e la volontà dell'uomo».

Apprezzato e atteso l'intervento di Simone Morandini, docente di matematica e fisica al Liceo "Foscarini" di Venezia e di "Teologia della Creazione" nella Facoltà del Triveneto e all'Istituto di Studi Ecumenici "San Bernardino" a Venezia. «Le alluvioni che hanno interessato Olbia e altre città d'Italia, - ha detto - dipendono dai mutamenti climatici e da un uso del suolo dissennato. Dobbiamo andare oltre un antropocentrismo dispotico, deviato, eccessivo».

Carlo Marcetti, docente di Economia e responsabile del Coordinamento Didattico dell'Uniolbia, ha moderato incontro e dibattito, dopo i saluti di Suor Luigia Leoni, responsabile della Caritas e Rino Piccinnu, in rappresentanza del Comune di Olbia.

La finalità del progetto Madre Terra, è quella di sensibilizzare le nuove generazioni della diocesi di Tempio Ampurias su ambiente e territorio.

Destinatari dell’iniziativa, attuata sotto varie forme, sono gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, ma anche le parrocchie, gli oratori e il mondo delle associazioni. Il progetto avrebbe dovuto avere la durata di due anni, ma con la seconda alluvione si è deciso di prorogarlo.

Ora, però, c’è anche una ragione in più per allungare i tempi, visto che si è deciso di dar vita a un progetto nel progetto. All’interno del carcere di Nuchis verrà infatti realizzato un orto, che dovrebbe essere dato alla Caritas in comodato d’uso a titolo gratuito, e il cui raccolto verrà donato alla mensa dei poveri. Se ne occuperanno i detenuti (l’agenzia Laore farà formazione) nell’ambito della giustizia riparativa. Per la Caritas, invece, vorrà dire proseguire in un percorso educativo che va oltre la solidarietà. (s.p.)

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