La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, fuoco nel depuratore di Abbanoa: è un attentato

Il locale del depuratore distrutto dalle fiamme
Il locale del depuratore distrutto dalle fiamme

Ignoti hanno appiccato le fiamme negli uffici di Sa Corroncedda: l'ente parla di 40mila euro di danni. Indagano i carabinieri

01 giugno 2016
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OLBIA. Attentato incendiario nel depuratore di Sa Corroncedda, a sud di Olbia. Ignotii hanno appiccato un incendio all'interno dei locali che ospitano gli uffici dell'impianto dopo aver forzato la porta d'ingresso. A dare la notizia, nel suo sito, è lo stesso ente che gestisce il servizio idrico, il quale fa sapere che non sono stati danneggiati i macchinari del processo di depurazione e che i danni si aggirano tra i 30 e i 40mila euro. Sull'episodio indagano i carabinieri della stazione di Olbia Poltu Quadu che hanno già eseguito i primi accertamenti.

 "Molto probabilmente all'interno del locale è stato cosparso del liquido infiammabile - si legge nel documento -. Il rogo ha distrutto gli archivi con la documentazione amministrativa riguardante sia la conduzione dell'impianto sia il registro di carico e scarico dei rifiuti da parte delle ditte autorizzate. Inoltre, sono stati danneggiati alcuni macchinari custoditi all'interno del locale, pezzi di ricambio, gli arredi, le mura, il soffitto e il pavimento del locale".

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Abbanoa lega l'episodio al mercato nero dei liquami. E scrive: "Sui motivi del raid sono in corso gli accertamenti da parte degli inquirenti. Non si esclude nessuna pista: dal semplice atto vandalico, al furto. Nel corso degli anni Abbanoa ha subito numerosi raid incendiari che hanno riguardato propri mezzi di autospurgo. Sullo smaltimento dei liquami, infatti, da anni Abbanoa sta portando avanti una profonda azione mirata di contrasto all'illegalità e quella che parallelamente sta interessando i controlli dei conferimenti di reflui nei depuratori da parte di autospurgo privati. Il volume totale di liquami provenienti da fosse settiche trasportato nei nostri impianti autorizzati della Gallura (Olbia, Golfo Aranci, Arzachena e Budoni) nel corso di un anno è di appena 8mila metri cubi: ovvero l'equivalente di quanto produce in un anno un villaggio di appena un centinaio di persone. Una quantità troppo esegua e irrealistica per una realtà come la Gallura fatta di numerose case sparse, spesso in località non raggiunte da reti fognarie>.

" Numerosi indizi - prosegue Abbanoa - fanno supporre che siano frequenti gli episodi di gestione illegale di reflui da smaltire. Più volte sono giunte segnalazioni di autospurgo sorpresi a sversare liquami in pozzetti fognari, e ancora più numerosi sono i casi di arrivi anomali di liquami presso gli impianti di depurazione che si presume siano riconducibili a carichi svuotati illecitamente".

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