La Nuova Sardegna

Olbia

Il vescovo Sanguinetti inaugura la nuova chiesa

di Tiziana Simula
La prima messa a San Michele Arcangelo
La prima messa a San Michele Arcangelo

Fedeli in festa per l’apertura al culto del complesso parrocchiale di Tannaule «La comunità ha finalmente un luogo stabile e bello dove incontrare il Signore»

15 febbraio 2016
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OLBIA. «La comunità di San Michele Arcangelo ha finalmente la sua casa. Qui avrà un luogo stabile, accogliente e bello dove incontrare il Signore». Nella prima domenica di Quaresima, la nuova chiesa costruita a Tannaule si apre al culto dei fedeli, con l’entusiasmo delle parole del vescovo Sebastiano Sanguinetti. Una giornata speciale, attesa da molti cittadini, tanto che, ogni centimetro dei 600 metri quadri del grande edificio bianco era occupato da fedeli, arrivati anche da altri comuni dell’isola. Dall’altare, il vescovo Sanguinetti, affiancato dal parroco Don Theron Casula e da diversi altri sacerdoti, ha raccontato alla folla dei fedeli e alla foltissima schiera di autorità presenti, la bella storia della parrocchia di San Michele Arcangelo, la prima delle cinque del più ampio progetto voluto dallo stesso vescovo.

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«Un progetto che parte da lontano, da quando sono arrivato alla guida di questa Diocesi, ormai dieci anni fa, e che ho chiamato “Progetto pastorale per la città di Olbia”», ha spiegato Sanguinetti. Ricordando come una domanda lo assillò fin da subito: «Quale risposte dare a una città cresciuta vertiginosamente negli ultimi cinquant’anni e con strutture ecclesiali ferme agli anni settanta. Al mio arrivo, nel 2006, trovai nelle quattro parrocchie di Olbia sette sacerdoti, per una popolazione effettiva di circa 70-80mila abitanti: bisognava dare una risposta». Da lì, l’esigenza di allargare i confini dell’azione e della presenza ecclesiale in città, soprattutto verso le nuove e popolose periferie. Il progetto oggi, a distanza di dieci anni, non è più solo sulla carta: quattro delle cinque nuove parrocchie sono già operative: San Michele Arcangelo, San Ponziano, Sant’ Ignazio da Laconi e Nostra Signora del Mare a Pittulongu. «Manca quella di San Nicola, per la quale con il Comune non abbiamo ancora definito il passaggio dell’area – ha spiegato il vescovo –. Nel giro di qualche mese partiranno i lavori per il complesso parrocchiale di Sant’ Ignazio ed entro l’anno definiremo il passaggio della Chiesa di Poltu Quadu. I sacerdoti attualmente presenti sono 15, più i padri della Consolata, ed entro l’anno, con l’arrivo dei Salesiani, saliranno a 18-19».

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La chiesa ha allargato i suoi confini, insomma. E da ieri può contare su un nuovo luogo di culto. Un maestoso ma semplice complesso parrocchiale, che ultimato costerà ben 2 milioni e 700mila euro, finanziato per il 70 per cento dalla Cei con i fondi dell’8xmille. «Una chiesa bella, senza lusso», è stata la sintesi del vescovo. Che ha più volte ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, dalla fase di studio e progettazione alla sua realizzazione. Tutti presenti all’inaugurazione. Ma anche le due amministrazioni che si sono succedute, la giunta Nizzi e la giunta Giovannelli. «Una chiesa straordinaria», l’ha definita il primo cittadino di Olbia.

Gioioso ed emozionato, don Theron Casula, che ha seguito passo per passo tutto l’iter e che guiderà la nuova parrocchia. La celebrazione religiosa è stata accompagnata dai canti di quattro cori: il coro parrocchiale San Michele Arcangelo, il coro Lorenzo Perosi, il coro Sos Astores di Golfo Aranci e il coro Su Nugoresu di Nuoro.

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