La Nuova Sardegna

Olbia

L’ex scuola diventerà un centro sociale

di Angelo Mavuli
L’ex scuola diventerà un centro sociale

Il recupero dell’edificio inserito nel progetto di Giustizia riparativa. La struttura sarà intitolata al giovane Mario Carta

10 dicembre 2015
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TEMPIO. Se tutto dovesse girare per il verso giusto la città, grazie alla partecipazione ad un bando emanato dal Governo per la riqualificazione sociale e culturale delle aree degradate, potrebbe dotarsi, fra le altre opere, entro tempi ragionevoli, di un centro ludico riabilitativo. Un centro che avrebbe ovviamente diverse finalità ma la cui realizzazione sarebbe pregna di grandi significati morali e sociali. Il progetto – scaturito da un’idea di Alessandra Amic, assessore ai servizi sociali e condivisa con entusiasmo dall’intera giunta –, infatti, prevede la realizzazione della struttura ludico-riabilitativa nella così detta ex scuola materna del quartiere Rinascita, oggi abbandonata e nel più totale degrado.

Mario Carta. Il progetto va ben oltre il recupero strutturale ed edilizio e si carica di significati particolari. Il centro, infatti, verrà dedicato a Mario Carta, un promettente ragazzo tempiese, (educato, amante della cultura, cristiano convinto, impegnato nel sociale e nella politica cui cercava di dare un volto umano e credibile), rimasto orrendamente schiacciato nel gennaio del 2008 sotto il crollo improvviso del muro di cinta dell’ex Caserma Fadda, non lontano dall’ex scuola materna, ricordato sinora dai soli compagni con un torneo di calcetto.

Giustizia riparativa. «Nel caso specifico – dice l’assessore Alessandra Amic – lo scopo è quello di assolvere all’obbligazione morale che sorge in capo al responsabile di un reato. Quello di porre rimedio alle conseguenze lesive della sua condotta. Un dovere comunemente noto come “Giustizia riparativa».

Coinvolgimento. Una filosofia, una scelta di vita, un principio modernissimo che analizza la Giustizia penale sotto quattro elementi fondanti, fra cui anche quello di ritenere che al “reato” debba corrispondere in primo luogo l’obbligo, per il responsabile, di porre attivamente rimedio alle conseguenze dannose che la sua condotta ha cagionato, con il coinvolgimento attivo non solo dell’ entourages della vittima ma della stessa comunità civile.

Partenariato col carcere. «Principi che – dice ancora l’assessore – stanno trovando giusta affermazione e divulgazione anche nel territorio di Tempio, grazie al prezioso contributo offerto in tal senso dalla direttrice del carcere di alta sicurezza di Nuchis, Carla Ciavarella insieme all’Università degli Studi di Sassari». Non a caso, alle motivazioni che fanno parte integrante del progetto, fra le diverse istituzioni e associazioni, ha aderito immediatamente anche la struttura carceraria che impiegherà nella realizzazione del progetto diversi suoi ospiti.

Opera meritevole. «Il progetto riparativo – prosegue Amic – è stato preventivamente portato a conoscenza dei familiari di Mario Carta (risarciti materialmente dal Comune con 715 mila euro ndc), che hanno approvato e caldeggiato la realizzazione dell’opera, ritenendola «meritevole non solo dal punto di vista umano, sociale, culturale e sportivo ma anche, in parte, lenitivo».

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