La Nuova Sardegna

OLBIA. "Una perfetta integrazione potrà esserci solo se c’è rispetto reciproco tra noi". Già un’altra volta il sindaco aveva visitato la moschea di via Tavolara, ma era stata una presenza casuale. Ieri, invece, Gianni Giovannelli ha varcato la porta del tempio islamico di Olbia perché invitato dall’Imam a parlare ai suoi cittadini di fede musulmana. Centinaia di nuovi olbiesi arrivati negli anni dal Marocco, dal Senegal, dal Pakistan, dall’Egitto. Un incontro affollato che si svolge al termine della preghiera del primo pomeriggio.Giovannelli, in segno di rispetto, si toglie le scarpe e si mette di fianco all’Imam, Haamadi Maalaui, che lo accoglie come "un sindaco sempre disponibile verso le nostre comunità".

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Con lui è presente anche l’assessore Ivana Russu, titolare della delega all’Integrazione, anche lei scalza e con la testa coperta dal velo. "Noi non vogliamo togliervi le vostre radici - si rivolge il primo cittadino ai fedeli islamici -. Anzi, noi le vogliamo rispettare più di ogni altra cosa. Avete scelto questa città per viverci tutta la vita e noi ne siamo felici, ma fin tanto che rimarrete qui dovete rispettare anche le nostre radici. Solo il rispetto reciproco potrà portare a una perfetta integrazione".

Il sindaco fa cenno anche alla cellula olbiese di Al Qaeda, ovvero ai tre cittadini pakistani arrestati in città con l’accusa di avere forti legami con il movimento terrorista di Bin Laden. "Lo avete già fatto in più di una occasione, ma è fondamentale prendere una posizione chiara contro tutte le azioni estremistiche, contro il terrorismo. Da questo non si può prescindere".